Mps, obbligazionisti subordinati con le spalle al muro tra diventare azionisti o rischio bail in

Di Filippo Diodovich, market strategist di IG

Siamo alla resa dei conti per la banca Toscana che nelle prossime settimane conoscerà il proprio destino. L’istituto di credito ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto su 11 obbligazioni subordinate dal valore complessivo pari a 4,29 miliardi di euro, con l’obbligo per gli aderenti di reinvestire il corrispettivo nel prossimo aumento di capitale. In caso di deludente conversione le banche del consorzio potrebbero scegliere di non garantire l’inoptato dell’aumento di capitale. In tale scenario non sarebbero raggiunti i valori necessari per soddisfare i requisiti imposti dalla BCE, mettendo così a rischio la continuità aziendale introducendo il processo di bail in.

I tanti condizionali mettono tuttavia in luce quanto la situazione di Banca Mps sia particolarmente difficile. I vertici della banca senese stanno cercando di raccogliere più capitali possibili per diminuire l’ingente aumento di capitale da 5 miliardi (a inizio dicembre) che potrebbe essere effettuato in condizioni di mercato ben peggiori di quelle attuali. I rischi di instabilità politica post referendum costituzionali sono infatti sempre più elevati dopo le ultime dichiarazioni del primo ministro. Dalle nostre sale operative al di fuori dell’Italia si discute solamente su quali conseguenze una bocciatura della proposta governativa possa avere sul sistema bancario italiano. Il mercato ha già scontato in parte i rischi ma l’uscita di capitali dalle banche italiane potrebbe essere ingente.

Tornando a MPS, la conversione dei bond subordinati era ormai scontata. Il management ha scelto comunque di lasciare fuori le obbligazioni senior. Agli obbligazionisti subordinati rimane, quindi, il dilemma se aderire o no all’offerta. Cosa conviene tra convertire le obbligazioni diventando azionisti di MPS e assumendosi così ancora più rischi o non convertire rischiando lo scenario di bail in con conseguenze ben peggiori.

Una scelta davvero difficile considerando l’incertezza degli scenari dei prossimi mesi. Per incentivare alla conversione MPS ha comunque offerto dei prezzi superiori alle aspettative della vigilia. Un premio sicuramente molto interessante, ovvero l’85% del valore nominale per le sub Tier 1 (quelle più rischiose) e un valore del 100% per quelle Tier 2. Crediamo che molti possano convertire i propri bond per il timore dei forti rischi derivanti dall’esito del referendum e da una possibile conversione forzata delle obbligazioni.

Intanto il titolo a Piazza Affari ha chiuso ieri con un ribasso del 10% annullando quasi totalmente i forti guadagni della prima seduta d’ottava.

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