Usa, S&P 500 da una parte, economia reale dall’altra

Oggi il neo presidente Trump incontrerà per la prima volta a livello ufficiale il vertice della Fed. Sul tavolo delle discussioni le politiche fiscali che saranno adottate nei prossimi mesi. Un tema centrale per coordinare in maniera efficace le prossime scelte di politica monetaria. La Yellen è stata oggetto di forti critiche in passato da parte di Trump e già nel 2018 per continuare a ricoprire la carica avrà bisogno di una riconferma da parte della leadrship repubblicana, ancora tutt’altro che scontata.

Nel frattempo, i mercati accettano con una reazione positiva la vittoria elettorale, portando le probabilità di rialzo dei tassi della Federal Reserve verso la certezza, al punto che molti membri della Banca Centrale ormai parlano apertamente della imminente stretta monetaria.

Tuttavia, gli ultimi dati macro sono stati inferiori alle aspettative, anche se non hanno certo frenato in maniera significativa l’apprezzamento del dollaro statunitense: la produzione industriale ha riportato una crescita nulla lo scorso mese, dopo il 0,3% di settembre con il tasso di utilizzo della capacità produttiva in discesa di un decimo di punto al 75,3%. Inferiori alle aspettative anche i risultati dei prezzi alla produzione, in aumento dello 0,8% su base annua, nettamente al di sotto dell’1,2% stimato dagli economisti.

E in questo scenario, continua ad allargarsi, come evidenziato nel grafico sottostante, la divergenza tra l’andamento dell’indice S&P 500 e l’indice relativo alla produzione industriale statunitense. Un nodo, quello dello progressivo scollamento tra la Borsa e l’economia reale che, prima o poi, verrà al pettine.                       Gianluigi Raimondi

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