Brexit: vincono le azioni? Le tre fasi del trend ribassista della sterlina

A cura dell’Ufficio Studi di Marzotto Sim

L’attesa sull’esito del referendum indetto nel Regno Unito circa la permanenza nell’Unione Europea, unita all’esito post referendario di Brexit, del tutto inaspettato, hanno avuto un notevole impatto su diverse variabili economiche dell’area anglosassone quali le aspettative su crescita ed inflazione, l’atteggiamento della Banca d’Inghilterra, la Borsa, il Gilt e naturalmente sulla sterlina. La valuta inglese ha espresso un trend ribassista partito nel dicembre 2015 che può essere scomposto in tre fasi (i cambi considerati sono contro euro):

  1. da dic. 2015 al 23 giugno (giorno del referendum) – indebolimento da 0.70 a 0.76 con una performance di (-8.6%), dovuta all’incertezza circa l’esito referendario;
  2. dal 23 giugno all’11 ottobre – ulteriore indebolimento da 0.76 a 0.90(-19%) dovuto all’esito inatteso di Brexit;
  3. dal 3 novembre alle quotazioni odierne di circa 0.86 – rafforzamento (+4.57%) dovuto alla decisione della High Court britannica sulla impossibilità da parte del premier Theresa May di invocare unilateralmente l’art. 50 la cui attivazione dovrà essere sottoposta al voto parlamentare. Questo lascia ovviamente aperta la possibilità che il parlamento voti NO sovvertendo di fatto il voto popolare e ripristinando le condizioni ante referendum a tutto beneficio della valuta britannica;

In sintesi l’uscita dall’Unione Europea vale -19%, (0.90) mentre la possibilità che UK non esca più dall’Unione europea è valsa un rimbalzo di + 4.5% (0.86).

Nuove opportunità

A questo punto si apre una interessante opportunità di investimento per chi crede che il parlamento confermerà l’esito referendario quindi la Brexit. Se questo scenario dovesse essere confermato la Sterlina ritornerebbe molto probabilmente a toccare i minimi di 0.91, il Gilt proseguirebbe la sua discesa anche in considerazione delle dichiarazioni di Carney riguardanti l’aumento delle inflation expectation, ma la Borsa inglese potrebbe beneficiare di tale indebolimento valutario. Il ragionamento non è immediato ed alquanto contro intuitivo. La maggior parte delle società quotate a Londra sono in realtà multinazionali che hanno una consistente parte del proprio fatturato denominato in valuta diversa dalla Sterlina.

Nell’ipotesi di indebolimento della valuta britannica (Brexit che torna in auge) la conversione in GBP della parte di revenues denominate in valuta non GBP, gonfierebbe il fatturato per l’effetto traslazione (se la sterlina va da 0.86 a 0.91 quando devo convertire 1 euro in sterline ottengo più sterline ed il fatturato sarà più “gonfiato”), specularmente i costi denominati in sterlina “peseranno” meno. Questo meccanismo è stato il principale motivo di over performances del Footsie 100 rispetto a tutte le altre Borse europee.

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