Asset allocation dopo Trump

a cura di Pictet
L’esito delle elezioni con la vittoria a sorpresa di Trump e con Senato e Camera entrambe a guida repubblicana avrà importanti ricadute sul mix di politiche fiscali e monetarie. La reazione del mercato sembra indicare un ottimismo iniziale, testimoniato soprattutto dalla reazione positiva dei mercati azionari sviluppati. Inflazione in crescita e maggiore spesa pubblica avranno invece conseguenze pesanti per i rendimenti obbligazionari. Il titolo decennale USA passa da 1,8% al 2,3% nel corso dell’ultima settimana.
Le ricadute sono pesanti anche sull’area euro con lo spread contro Bund che raggiunge quota 180bp: parte del movimento è ascrivibile al rischio referendum in Italia. Sofferenza anche sugli emergenti a causa dei timori su ricadute negative sul commercio mondiale derivanti da un atteggiamento più isolazionista/protezionista negli USA: non a caso il peso messicano, il cui export verso gli USA rappresenta l’80% del totale, si è svalutato di 10 punti percentuali. Pesante anche la sottoperformance degli indici azionari Emergenti rispetto all’indice S&P, il differenziale di performance apertosi nell’arco della settimana successiva alle elezioni è pari a 10 punti percentuali.
Il rialzo delle attese inflazionistiche e l’irripidimento (steepening) delle curve obbligazionarie giova a bancari e assicurazioni. Il piano di spesa in infrastrutture dovrebbe aiutare le valutazioni delle materie prime, sostenendo titoli ciclici e aziende del settore energetico.
La Fed dovrebbe rialzare a dicembre, fatta eccezione per impreviste restrizioni alle condizioni finanziarie: con l’indice S&P vicino ai massimi e indici di credito sostanzialmente stabili è difficile sostenere questa tesi a meno che il movimento sui tassi diventi ancora più violento. Il rendimento del 10yr USA dovrebbe entrare in zona di acquisto intorno al 2,5%. Un caso simile può essere sostenuto per il Dollaro che si trova sui massimi ad un anno.
In Europa la situazione è come accade sovente complicata: il referendum italiano è soltanto il primo dei rischi politici che dovranno essere superati. L’allargamento dello spread Francia-Germania riflette i timori di una possibile vittoria di Marine Lepen. Altri possibili fattori di rischio per l’Europa sono il possibile tapering del programma di acquisto della BCE e una risalita dei tassi reali che potrebbe avere conseguenze avverse su un ciclo economico che sembra essere finalmente sulla buona strada.
Abbiamo deciso di ridurre l’esposizione agli emergenti per far fronte all’incertezza legata all’implementazione del programma politico di Trump.

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