Market is a rollercoaster

EurUsd che dopo una nottata tranquilla, passata in un fazzoletto di 50 punti tra 1.4400 e 1.4450, va a sfiorare le porte di 1.4500, per poi scendere a 1.4345, per poi salire a 1.4720, per poi scendere a 1.4390, salire a 1.4490, prima della caduta a 1.4180. E questa mattina lo troviamo a 1.4220. Scusate la forma poco elegante di presentazione di questi movimenti, ma questo è l’unico modo per rendere l’idea di cosa sia accaduto. Qualcuno è in grado di trovare qualche logica a movimenti di questo genere, mai visti fin’ora? Sicuramente il fenomeno che vede la liquidità sui mercati in rarefazione sta contribuendo a strappi di questo genere, ma anche il panico e la speculazione hanno il loro bel ruolo da co-protagonisti in questo teatrino. C’è chi dice che l’EurUsd ormai è arrivato e dà un target di 1.2500 a tre mesi, chi dice che lo vedremo invece a 1.8000. Dare target di medio periodo ora, sembra impresa ardua. Noi continuiamo a vedere il dollaro americano in indebolimento nel medio periodo, in virtù del fatto che prima o poi il greenbuck pagherà le conseguenze di tutto ciò che sta accadendo oltreoceano.
Altra protagonista della scena è la sterlina. 0.9560 l’area nella “terra di nessuno” (quando non si hanno riferimenti a livello di massimi precedenti e quant’altro) che è stata doppiamente testata dai prezzi di EurGbp. Siamo talmente vicini al livello di parità tra euro e pound che, vista l’altissima volatilità, non escludiamo si possa vedere da qui a fine anno.
In Giappone questa notte, 7 membri hanno votato per un taglio dei tassi di riferimento di 0.20 bp, mentre uno solo voleva rimanessero invariati. Il risultato è che ora, nella terra del Sol Levante il denaro costa lo 0.10%.
Oggi non assisteremo alla pubblicazione di dati importanti ma ci avviamo verso un finire di settimana che, se dovesse mantenere anche solo una piccolissima frazione della tonicità mostrata nei giorni scorsi, sarebbe molto movimentato.
Tecnicamente, per analizzare movimenti di questo tipo e trarne qualche livello utile, possiamo trovare supporto in Fibonacci, che al 61.8% di ritracciamento dal massimo storico di 1.6050 al doppio minimo di 1.2330 suggerisce come punto di arrivo 1.4630, superato temporaneamente di 80 punti ma probabilmente ancora da osservare. Oltre a questo c’è un’area da considerare come davvero chiave, ovvero lo spazio compreso fra 1.4880 a 1.49 figura: crediamo fortemente che una rottura di questa zona possa condurre ad una continuazione del veloce trend di ripresa sino ad un ritorno ai massimi storici. Il primo livello di supporto è invece compreso fra 1.3860 e 1.38 figura.

Sul cambio dollaro yen, la cui escursione è stata inferiore, con una tendenza stabile alla discesa, possiamo assumere come livello di supporto il minimo da 15 anni a questa parte, 87.10. La trendline superiore del canale discendente invece suggerisce per oggi una resistenza posta nei pressi di 90.60.
Per il cable possiamo ipotizzare oggi un movimento di discesa, suggerito da una configurazione attualmente in atto nel breve (su grafico a 10 minuti S1 sell a 1.5160). Il livello a cui la pressione ribassista potrebbe trovare un freno si trova a 1.49 figura: qui transita infatti la parte inferiore del canale di timida ripresa del cambio dal minimo del 4 dicembre a 1.4460.
Terminiamo con l’eurofranco che ha vissuto una rapida discesa dal massimo di periodo a 1.5870, sempre a causa di una ricerca di qualcosa di stabile in un “pazzo mercato”.
Qui è stato rotto un livello di supporto a 1.5420 (la regressione lineare perfettamente confermata nei giorni passati sin dalla sua nascita a 1.43 il 27 ottobre) e l’ultimo baluardo di una ripresa della tendenza rialzista è riposta in 1.5160: una rottura di questo livello riporterebbe infatti ad una massiccia vendita di euro.


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