Trump e Opec catalizzatori per l’inflazione

A cura di Pictet Am
La reazione dei mercati azionari all’elezione di Trump e al referendum italiano è stata positiva: da inizio novembre l’azionario USA è in verde di quasi 5 punti percentuali mentre i mercati europei (Sx5e) riescono a contenere le perdite (nonostante l’esito referendario). La performance appare in gran parte motivata dalle attese di un importante stimolo fiscale, sotto la forma di taglio alle tasse (per imprese e famiglie) e spesa in infrastrutture ($1000 miliardi in 10 anni). Importanti rotazioni settoriali hanno contraddistinto questa fase con banche (bene grazie al rialzo dei tassi), energy (grazie all’accordo OPEC) e titoli ciclici (materie prime, industriali) sugli scudi. I mercati emergenti (debito e azioni) hanno corretto pesantemente nel corso delle prime due settimane di novembre e ora sembra stiano lentamente stabilizzandosi.
Il rovescio della medaglia è rappresentato dal rialzo dei tassi che sono risaliti di oltre 50bp nel corso di un mese (decennale USA da 1,8% a 2,4%, bund a 0,35%) sulla base di attese inflazionistiche alimentate da dati macroeconomici migliori rispetto alle attese. La Fed procederà al rialzo nel corso del prossimo meeting (14 dicembre), le attese del mercato si sono riportate su due rialzi nel 2017 in linea con le attese dei componenti del FOMC. Allo stesso tempo, sarà interessante osservare le considerazioni su forza del Dollaro e stato del mercato del lavoro USA, dove, nonostante il tasso di disoccupazione al 4,6% ancora non si manifestano pressioni salariali significative.
Strategia. I premi di rischio azionari continuano a registrare un incremento del rischio politico. Nonostante questo aspetto, l’esito negativo del referendum italiano è stato accolto da una reazione improntata alla calma. Questo è probabilmente dovuto al posizionamento leggero su asset europei e alle attese relative al meeting della BCE (8 dicembre). La reazione del reddito fisso (soprattutto il bund), conferma una volta di più come sia difficile trovare protezione attraverso i bonds dei mercati “core” in momenti di difficoltà e per questo motivo restiamo posizionati sulla strategia di duration contenuta.
L’elezione di Trump e l’accordo OPEC (con taglio alla produzione superiore alle attese) sono due catalizzatori che sono arrivati in un momento in cui le aspettative di inflazione (soprattutto USA) avevano già iniziato il movimento di risalita, aggiungendo impulso al movimento in atto.

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