Cambiate le prospettive sull’economia statunitense

A cura di Anthony Doyle, M&G Investments
Nel corso della riunione di dicembre, la Federal Open Market Committee (FOMC) ha deciso di alzare i tassi passando dallo 0.25-0.50% allo 0.50-0.75%. Inoltre, è importante sottolineare che la FED ha continuato a definire la propria posizione in materia di politica monetaria come “accomodante”, suggerendo che ci saranno ulteriori aumenti dei tassi nel corso del 2017.
Il mercato del reddito fisso ritiene che le prospettive sull’economia statunitense siano notevolmente cambiate dall’ultima riunione della FED lo scorso 2 novembre. I mercati dei titoli di Stato hanno subito un sell-off dopo la vittoria elettorale di Donald Trump, con un atteggiamento degli investitori incline a credere che la Presidenza Trump sarà caratterizzata da una spesa fiscale più leggera, un taglio delle tasse ed un’espansione economica. Secondo diversi investitori, le prospettive di una politica monetaria e fiscale più leggera all’interno di un’economia vicina alla piena occupazione genererà velocemente pressioni inflazionistiche. Questo si può notare dalla curva degli US Treasury diventata molto più ripida, con i rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza che soffrono il peso del sell-off del mercato obbligazionario.
Guardando al futuro, una FOMC guidata da Janet Yellen gestirà con estrema attenzione le aspettative del mercato in materia di politica monetaria per paura di destabilizzare l’economia degli Stati Uniti. Un rapido sell-off dei rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza, insieme ad un apprezzamento del dollaro US a causa dei differenziali dei tassi d’interesse relativamente interessanti, porterebbe ad una veloce stretta delle condizioni monetarie, con un conseguente impatto negativo sulle prospettive per il consumatore americano. Per questa ragione, le stime mediane della FOMC sui tassi dei Fed Funds non sono sostanzialmente cambiate da settembre a questa parte: l’aspettativa mediana nel 2017 è un aumento dall’attuale 1.1% al 1.4% e, nel 2018, un ulteriore aumento dall’1.9% al 2.1%.
Resta da vedere quali saranno, in sostanza, le politiche economiche che verranno intraprese dal Presidente eletto Trump e quanto riuscirà a fare. Supponendo che Trump sia in grado di attuare un pacchetto sostanzioso di misure di stimolo fiscale, le obbligazioni High Yield a tasso variabile, che hanno cedole variabili legate ai tassi di interesse, sembrano destinate a beneficiare di un contesto economico caratterizzato da una crescita economica nominale più alta e tassi di default più bassi.  Inoltre, queste obbligazioni offrono rendimenti più elevati e rischio duration zero: due fattori che le rendono un’interessante opportunità nel caso in cui i tassi di interesse dovessero rialzarsi più velocemente di quanto anticipato.
Le prospettive relative ad un apprezzamento del dollaro US e a rendimenti dei Treasury più elevati, non verranno ben accolte dai governi delle economie dei mercati emergenti. Mentre il potenziale ritorno degli asset statunitensi inizia ad essere interessante, gli investitori globali potrebbero iniziare a riconsiderare la propria esposizione ai mercati emergenti. Detto questo, i governi dei mercati emergenti hanno lavorato duramente al fine di isolare le loro economie dai rapidi capovolgimenti dei flussi di capitale; per questo motivo, la selettività sarà di fondamentale importanza al fine di garantire protezione contro le potenziali perdite. Per esempio, i mercati dell’Europa dell’Est, come Repubblica Ceca, Ungheria e Romania, dipendono molto di più dall’Europa rispetto agli Stati Uniti per l’esportazione. Infine, la Russia potrebbe beneficiare di un potenziale alleggerimento delle sanzioni finanziarie da parte del governo degli Stati Uniti.

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