Outlook 2017 per il mercato azionario europeo

A cura di Mike Buhl-Nielsen, gestore del fondo Jupiter Europa SICAV
C’è qualcuno di noi che a maggio di quest’anno, sinceramente, può dire di aver avuto anche una vaga idea di cosa avrebbero fatto da lì a sei mesi il Presidente Trump negli Stati Uniti e il Primo Ministro Theresa May nel Regno Unito? C’è qualcuno oggi che potrebbe davvero sorprendersi se da qui a sei mesi ci trovassimo a dover accettare l’idea di Marine Le Pen presidente? Limitati da queste considerazioni, non facciamo finta di avere le risposte, al contrario, ci poniamo delle domande. Nel cimentarci con queste domande e nel tentativo di costruire un portafoglio che dovrebbe essere “resiliente” rispetto a una serie di esiti diversi, cercheremo di continuare a partecipare ai rialzi dei mercati e di attenuare la partecipazione ai ribassi.
Ecco alcune domande fondamentali nel 2017:

  • In Europa continueremo a rimanere in un ambiente caratterizzato da “rendimenti più bassi per periodo di tempo più lunghi”?
  • Il grado e la misura della rotazione settoriale che si può osservare oggi sull’azionario europeo continuerà ad essere una caratteristica predominante nel prossimo anno?
  • Il rischio politico è stato già del tutto prezzato sui mercati europei?
  • Come reagiranno i mercati alle prossime tornate elettorali, considerate le forti reazioni scatenate dalla Brexit e dalle elezioni americane? Ci sarà una hard o una soft Brexit?
  • Si riuscirà a trovare una strada percorribile per risolvere la crisi dei non performing loans (crediti deteriorati) che è emersa in Italia?
  • Che livello di stimoli fiscali si potrà raggiungere in Europa? E fino a che punto si passerà da stimoli monetari a stimoli fiscali?

Oltre a queste domande più generali, crediamo che le risposte alle domande qui di seguito indicate saranno fondamentali per capire in che direzione si muoverà l’attuale reflazione e la rotazione settoriale in corso nei mercati azionari europei, e come la forza dell’euro impatterà sui titoli finanziari:

  • Fino a che punto la Banca Centrale Europea potrà estendere le politiche monetarie esistenti invece di iniziare a ritirarle?
  • Quali misure alternative potrà implementare la BCE per risolvere il problema della scarsa inflazione, che continua a persistere anche dopo il suo primo programma di misure di stimolo?

Il 2016 è stato un anno difficile per i gestori attivi, con una scarsa dispersione nei mercati e con performance derivanti in primo luogo dalla rotazione settoriale piuttosto che dalla scelta dei singoli nomi. Se volessimo osare una previsione, sarebbe che alcuni di questi trend potrebbero attenuarsi nel corso del tempo. In quest’ottica, non vediamo ragioni per cambiare radicalmente la nostra esposizione netta o lorda, ma siamo ben lontani dall’essere fermi sulle nostre posizioni. Continuiamo a cercare opportunità d’investimento su posizioni lunghe o corte facendo valutazioni caso per caso, un metodo che abbiamo iniziato ad adottare subito dopo il voto della Brexit. Continuiamo a credere che gli investitori che investono nel lungo periodo e che continuano a focalizzarsi principalmente sui fondamentali societari possono sfruttare a proprio vantaggio i cambiamenti nel sentiment dei mercati per generare valore nel lungo periodo.

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