Attesa per la bank of England

Nelle ultime ore emerge in modo sempre più evidente che la crisi e la recessione, anziché attenuarsi, si acuiscono, dimostrando come i piani di salvataggio che le Banche Centrali di tutto il primo mondo hanno messo in atto, saranno poi dei costi che qualcuno dovrà pur accollarsi.
Negli States ieri è stato pubblicato il dato sull’Adp, anticipatore dei payrolls, relativo al mercato del lavoro, in netta contrazione a 693 mila contro il -495 mila del consensus. Anche il dato del mese di Novembre è stato rivisto al ribasso di circa 200 mila unità. I mercati azionari hanno chiuso in pesante rosso e il dollaro in giornata ha perso buona parte del terreno guadagnato il giorno precedente.
Una volatilità sempre altissima caratterizza le oscillazioni valutarie, unitamente ad una incertezza sul futuro che è realmente senza precedenti.
A differenza di qualche giorno fa, l’avversione al rischio è nuovamente salita e anche lo Yen, in calo da qualche seduta, ha ripreso, almeno temporaneamente a salire.
In Europa il Pil del terzo trimestre 2008 è atteso in calo dello 0.2% e quindi le aspettative sono di netta riduzione del costo del denaro. Questo, secondo la maggior parte degli analisti, dovrebbe portare ad una discesa dell’Euro sostanIn  ziale nel 2009 contro molte delle valute concorrenti anche se la nostra idea è che per un certo periodo ancora potremmo assistere ad un recupero della moneta unica ancora sopra 1.4000.
I tassi di disoccupazione nel vecchio continente, in linea con quanto avviene negli States, dovrebbero aumentare, salendo intorno all’8%.
Infine oggi è il giorno della Boe, che secondo gli analisti, dovrebbe abbassare i tassi fino all’1.50% anche se il recupero graduale della sterlina, secondo molti analisti, potrebbe anche portare ad un taglio dell’1%.
La valuta britannica, in queste ultime ore, ha recuperato terreno, ma non è detto che non subisca prossimamente ancora la pressione data dalle aspettative sui tassi.

La discesa generalizzata dei tassi rende sempre meno interessante i finanziamenti in franchi nei confronti degli Euro e, come dimostra il movimento dell’ultimo anno, il franco sembra ancora potersi rafforzare nei confronti della moneta unica.
Il limite di 1.5000 però è importante per la Snb che reputa questo livello la linea di confine tra un cambio ritenuto accettabile e uno eccessivamente forte. Ovviamente il fatto che temporaneamente il prezzo scenda al di sotto di questo livello non desta eccessive preoccupazione, per cui non dobbiamo ritenere invalicabile a priori tale soglia. Tecnicamente 1.4750 dovrebbe essere un buon baluardo per poi rivedere livelli più vicini ad 1.5500 nel giro di qualche mese, ma per ora la tendenza resta ancora ribassista.

Per quanto riguarda il brevissimo periodo vediamo l’Eurusd muoversi in un range compreso tra 1.3350 e 1.3750 (ormai 4 figure in un giorno sono diventate una oscillazione quasi normale) mentre il UsdChf per ora mantiene un tono negativo con target in area 1.0840.
UsdJpy con un supporto cruciale a 91.70, trendline ascendente che collega i minimi superiori dell’ultimo periodo, mentre l’EurJpy appare da vendere in area 126.50 con stop ravvicinato per un target anche a 124.50. UsdCad da comprare in area 1.1900 con stop di 50 punti per un obiettivi a 1.2100.
AudUsd che ha un supporto interessante in uqest’area di 0.7030 con stop sotto 0.6980 e profit in area 0.7250.

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