La settimana di JC Associati

Aumentano inoltre i dettagli circa il piano di stimoli negli Stati Uniti ed è in definizione un ulteriore piano per garantire la copertura sanitaria (in parte finanziata con maggiori contributi delle grandi farmaceutiche) agli oltre 40 milioni che al momento ne sono sprovvisti.
Nonostante alcuni tentativi di rimbalzo le classi di investimento più penalizzate rimangono ancora indebolite da un momentum negativo, con il mercato che non sembra in grado trovare lo spunto per fare posto ad ipotesi più ottimistiche. Il momentaneo recupero delle materie prime (guidato dalla Cina), potrebbe tuttavia spingere gli investitori ad aumentare nuovamente la propensione al rischio.

Azionario
La maggiore parte degli indici sta toccando nuovi minimi, in particolare nell’eurozona. L’S&P500 è uno dei pochi a non avere rotto i minimi di novembre; il supporto a 741 è stato tuttavia testato, prima di un momentaneo e forse effimero rimbalzo.
Il settore finanziario che oramai pesa sempre meno negli indici (circa il 7,5% nell’S&P500) rimane estremamente volatile sui timori di nazionalizzazione da un lato e sulle intenzioni delle Autorità di diversi paesi di estrapolare gli asset tossici dal bilancio (evento positivo) dall’altro. Rimangono ancora incertezze sui dettagli.
Crolla il settore farmaceutico (incluse le biotecnologie) sul nuovo piano sanitario negli Stati Uniti e viene meno per il momento uno dei pochi settori ancora in grado di difendere gli indici.
L’S&P500 rischia quindi la rottura dei minimi qualora non dovessero tornare gli acquisti almeno su petroliferi, materiali di base e utilities, gli unici comparti al momento apparentemente in grado di sostenerlo.

Obbligazionario
La debolezza dell’azionario non aiuta il reddito fisso, almeno sulla parte lunga della curva dei rendimenti. I timori di nuove emissioni per fronteggiare i deficit statali bilanciano infatti il desiderio di protezione degli investitori, che per il momento si concentra soprattutto sulle emissioni a breve (indipendentemente se a tasso fisso o variabil ) e sull’oro.
Il decennale negli Stati Uniti è tornato a cavallo del 3%, livello analogo ai Bund a pari scadenza nell’eurozona. Soprattutto questi ultimi dovrebbero tuttavia rimanere ben comprati nei prossimi mesi, grazie al Patto di Stabilità che limita il rapporto tra deficit e PIL.
Nuovamente sotto pressione il debito societario, potrebbe tuttavia ricominciare a recuperare spread nelle prossime settimane grazie ad un rapporto rischio-rendimento favorevole rispetto ad altre classi di investimento.

Materie prime
Il CRB Index si allontana per il momento dai minimi in area 200, guidato dal rimbalzo di diverse commodities (petrolio, mais, metalli industriali).
Il driver è la Cina con il piano di stimoli da una parte e le acquisizioni di produttori di materie prime dall’altra.
Il recupero potrebbe continuare nelle prossime settimane.

Cambi
La volatilità rimane sotto controllo, con i principali cambi apparentemente guidati da altri mercati.
In particolare l’euro si apprezza contro dollaro a fronte di un recupero degli indici azionari, torna al contrario in area 1,26 in seguito alla loro debolezza. La forza del dollaro degli ultimi mesi sembra tuttavia venire meno, come dimostrano i tentativi di recupero della sterlina. Anche lo yen comincia a vacillare, tornando in prossimità di area 100 contro dollaro.
L’improvviso calo delle valute rifugio dell’ultimo semestre, potrebbe anticipare l’atteso e auspicato rimbalzo degli indici azionari.

 

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