L’avversione al rischio rimane alta

Non c’è tregua, è proprio il caso di dirlo. Ogni giorno che passa, la finanza internazionale viene colpita da notizie che sembrano portare al collasso l’intero sistema. Ieri è stata la volta dell’Hsbc, colosso bancario globale che avrebbe, secondo alcune fonti, bisogno di 30 miliardi di liquidità, mentre solo poche decine di minuti più tardi è giunta la notizia secondo cui l’Irlanda avrebbe chiesto aiuto al Fondo Monetario Internazionale per la questione del debito. Infine, ma non per ordine di importanza, sono arrivate le chiusure di Wall Street a dare il cosiddetto colpo di grazia, con il settore bancario sotto pressione, specie il colosso CitiGroup  che dovrebbe a breve annunciare una drastica riduzione, addirittura si parla di un taglio di circa un terzo. Si pensi che il gruppo conta su circa 300 mila dipendenti in 100 paesi.
Di fronte a questa drammatica situazione, il mercato dei cambi sembra ancora tenere tutto sommato, anche se movimenti di 200 punti ormai si realizzano in poche decine di minuti, ma questo è il mercato oggi.
Dopo alcune ore di tregua infatti Yen e dollaro hanno ripreso a correre macinando terreno contro Euro, Sterlina, Dollaro Neozelandese e Australiano, e nulla per il momento sembra frenare questa corsa.
Ci viene spontaneo però osservare che di fronte a tutte questi cataclismi finanziari, il mercato sta reggendo tutto sommato con maturità e senza il panico che invece aveva caratterizzato i movimenti del mese di ottobre. E se per qualche settimana ancora i livelli di panico non verranno oltrepassati, bene allora noi cominceremo ad avere fiducia e a maturare l’idea che il mercato sarà vicino ad aver toccato il fondo.
Se guardiamo alla divisa decisamente più colpita in questi ultimi 18 mesi, ovvero la sterlina, e osserviamo i vari cross contro altre valute, ci rendiamo conto che il movimento di ribasso non è lontano dalla fine.

Si guardi solo agli oscillatori stocastici per definire il livello di questi ultimi e compararli con il passato. I livelli toccati sono estremamente ipervenduti nel medio termine, un fatto che di per se non significa molto, ma certamente preludio perché in futuro si creino divergenze rialziste importanti che andranno ovviamente confermate dalle price action. Stessa cosa vale per il momentum che perde forza, e per il macd che segnala livelli mai visti negli ultimi 25 anni. Se da un lato quindi non si può dire che il movimento sia esaurito, dall’altro riteniamo che la distanza dalle medie e gli eccessi di volatilità andranno ben presto corretti, perché il mercato tornerà necessariamente più liquido e si stabilizzerà, ben prima che l’economia reale sarà tornata competitiva.
Interessante in tal senso appare anche il cross EurNzd che dopo un primo ribasso e test dei primi supporti, ha ripreso a correre verso obiettivi che possiamo individuare in area 2.5000. Anche in questo caso l’avversione al rischio la sta facendo da padrona. Tutti i carry trades ancora soffrono, anche se obiettivamente i livelli di oggi appaiono estremamente appetibili. Ci vuole pazienza, tra qualche mese ci ricorderemo dei prezzi di oggi e forse ci mangeremo le mani per non averne approfittato.

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