Rimbalzo del mercato obbligazionario in caso di avversione al rischio

A cura di Pictet Am
La correzione del mercato obbligazionario seguita alla vittoria di Trump ha liberato valore soprattutto nell’obbligazionario USA e in particolare nel debito corporate investment grade,pertanto abbiamo aumentato l’esposizione di un livello passando al  sovrappeso. Gli investitori sembrano convinti che Trump riuscirà ad attuare gran parte se non tutte le promesse in materia di tasse e spesa pubblica. Se tali previsioni dovessero avverarsi, si verificherebbe un’accelerazione della crescita negli Stati Uniti con ricadute positive sull’economia mondiale. A sua volta, la ripresa alimenterebbe l’inflazione, soprattutto negli USA già prossimi alla piena occupazione.
Il grande ottimismo degli investitori, tuttavia, incrementa il rischio che la crescita deluda le aspettative. Inoltre, nell’attuale contesto politico Trump potrebbe essere costretto a ritirare alcune delle sue proposte. Al contempo, l’economia statunitense potrebbe risentire di numerosi fattori esterni nel breve periodo. Negli ultimi anni la  crescita del primo trimestre è stata piuttosto debole e verosimilmente il 2017 non farà eccezione. Le condizioni di liquidità sono in via di peggioramento a livello globale e soprattutto negli USA,una tendenza che potrebbe danneggiare le azioni.
Tali fattori lasciano presagire un’improvvisa fuga dagli asset rischiosi in gennaio o nei  mesi successivi; tale evento andrebbe a vantaggio dei bond che al momento, tra l’altro, attraversano la peggiore fase di ipervenduto di sempre in base ai nostri indicatori. Preferiamo il segmento a lunghissima scadenza della curva dei rendimenti delle  obbligazioni USA; rimaniamo sottoesposti ai titoli a breve, ancora sensibili alle attese di nuovi rialzi dei tassi da parte della Fed.
Con ogni probabilità i titoli corporate investment grade beneficeranno in particolare delle attese di una regolamentazione e di un regime fiscale meno severi sotto la presidenza Trump, nonché di un miglioramento delle prospettive di utili per le aziende. Ecco perché abbiamo rafforzato gli investimenti nell’asset class portandola al livello del debito high yield USA, su cui deteniamo un moderato sovrappeso.
Eventuali misure del nuovo governo e del Congresso volte a porre fine alla  deducibilità degli interessi passivi rappresenterebbe un ulteriore sostegno per il mercato corporate poiché le società sarebbero meno incentivate a emettere debito e quindi si ridurrebbe l’offerta di bond.
Al contempo abbiamo ridotto di un livello l’esposizione al debito emergente in valuta locale passando al sottopeso alla luce di svariati fattori: primo, il vigore del dollaro, che dovrebbe proseguire nel prossimo futuro, peserà probabilmente sulle valute emergenti; secondo, un’eventuale avversione al rischio, favorevole al debito USA, avrebbe ripercussioni negative per i mercati in via di sviluppo poiché le banche locali sarebbero costrette ad alzare i tassi per far fronte alla debolezza delle valute; terzo, i deflussi dalla Cina, in parte alimentati da una politica meno accomodante negli USA,  hanno causato un netto inasprimento delle condizioni sul mercato obbligazionario locale. Se la People’s Bank of China non  ridurrà i tassi a breve termine nel prossimo futuro, le perdite sui bond cinesi  otrebbero protrarsi ulteriormente.
Infine, anche in presenza di una netta accelerazione della crescita USA dovuta alle politiche di Trump, c’è il rischio che tale espansione non coinvolga il resto del mondo se il presidente eletto attuerà anche le annunciate misure protezionistiche.

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