Crescita globale pronta ad accelerare nel 2017

a cura di Caspar Rock, Group Chief Investment Officer Wealth Management

La crescita globale è pronta ad accelerare nel 2017, grazie alla spinta proveniente dagli Stati Uniti e alla ripresa dei Mercati Emergenti, con i principali rischi derivanti da un ulteriore potenziale rialzo dell’inflazione – e dai suoi effetti sul percorso dei tassi di interesse – e, ancora una volta, dalle dinamiche politiche europee. E’ questo lo scenario emerso nell’incontro organizzato da Schroders Wealth Management, divisione di Schroders specializzata nella gestione dei patrimoni per la clientela privata, operativa in Italia dal 1995, in occasione della presenza a Milano di Caspar Rock, Group CIO Wealth Management.

“La visione di Schroders fa tesoro di una storia di oltre 220 anni, caratterizzata dalla capacità di puntare lontano e anticipare i trend d’investimento. In uno scenario complesso come quello attuale, è importante fare leva sulle forti capacità di ricerca, sull’internazionalità del Gruppo e sulla capacità di tradurle al servizio della clientela italiana, grazie a una presenza ultraventennale nel mercato locale”, commenta Giuseppe Marsi, CEO di Schroders Italy SIM e Responsabile del Wealth Management in Italia, aggiungendo: “gli eventi accaduti nel 2016 produrranno i loro effetti a partire dal 2017. E’ necessario affrontare quest’anno con una visione internazionale che prenda in considerazione le complesse interrelazioni tra politica, economia e mercati”.

La crescita globale dovrebbe quest’anno segnare un progresso del 2,8%, con un maggior slancio dell’inflazione negli USA e nel Regno Unito. Secondo Caspar Rock, “negli Stati Uniti il momentum economico sta accelerando, grazie ai migliori fondamentali dei consumatori e a una continua ripresa della produzione industriale. In quest’ottica, gli indici di fiducia hanno raggiunto i livelli massimi da 10 anni dopo la vittoria di Donald Trump alle presidenziali, mentre la crescita salariale guadagna velocità, alla luce dei continui miglioramenti del mercato del lavoro”.

Il secondo contributo positivo viene dalla crescita dei Mercati Emergenti che, “per la prima volta dal 2010, nel 2017 dovrebbe accelerare. Il Brasile e la Russia dovrebbero finalmente tornare in una fase espansiva, dopo due anni di recessione nel 2015 e nel 2016”, prosegue Rock, avvertendo però che “naturalmente, tassi di interesse più elevati negli Stati Uniti potrebbero costituire un ostacolo”. In effetti, uno dei temi macro chiave è la politica monetaria della Federal Reserve, che potrebbe rivelarsi più “da falco” delle attese. Il dollaro statunitense resta quindi un fattore centrale da osservare per posizionarsi in maniera ottimale sul fronte degli investimenti.

“Siamo certamente in una fase molto complessa e delicata, caratterizzata da una concentrazione di rischi politici ed economici come mai è capitato negli ultimi cinquant’anni”, osserva Francesco Murgiano, CIO Wealth Management in Italia, aggiungendo: “unitamente ai tassi di crescita inferiori al passato e ai rendimenti negativi, questi fattori invitano a una particolare attenzione e cautela nella gestione dei patrimoni. Una visione internazionale, un processo di investimento coerente ed una corretta flessibilità sono gli elementi essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di investimento di medio periodo”.

Gli investitori devono comunque tener presente alcuni rischi che potrebbero pesare sullo scenario: uno dei principali è ancora una volta legato all’Europa, dove saranno le dinamiche politiche a farla da padrone. “Il 2016 ha visto una crescita delle forze anti-establishment in tutte le economie occidentali. La lezione chiave è semplice: bisogna dubitare dei sondaggi, essere pronti alle sorprese e, soprattutto, mai dire mai”, avverte Rock; un invito alla cautela quanto mai appropriato, dati i numerosi eventi politici, dalle elezioni in Olanda a quelle in Francia, dalla consultazione elettorale in Germania all’implementazione della Brexit, attesi nel corso dell’anno. Senza dimenticare altre aree di timore, tra le quali Rock cita in conclusione “le politiche commerciali di Trump e i potenziali deflussi di capitale dalla Cina, insieme all’instabilità dei mercati valutari”.

 

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