La Cina nell’anno del Gallo

Si dice che quelli che nascono nell’Anno del Gallo siano grandi lavoratori, pazienti, pieni di risorse e coraggiosi. “Queste sono le stesse caratteristiche che aiuteranno la Cina ad avere successo e a destreggiarsi tra le sfide e le opportunità” secondo Claudia Calich, responsabile del debito dei mercati emergenti nel team M&G Retail Fixed Interest. Parlando invece dell’azionario, il gestore Matthew Vaight evidenzia come “queste siano in realtà le caratteristiche a cui guardano gli investitori quando si rivolgono al mercato cinese”.
Claudia Calich, manager del fondo obbligazionario M&G Emerging Markets Bond: “Alla fine del 2017 ci saranno le elezioni dei nuovi leader cinesi: oggi, è sentito comune che l’attuale leadership non si imbarcherà in cambiamenti ambiziosi e tenderà a mantenere lo status quo, anche in aree d’intervento importanti come le aziende di proprietà statale e la gestione della valuta.
Sul fronte dei rapporti con l’estero, sarà importante monitorare l’evolversi delle relazioni con gli Stati Uniti; nel corso dell’anno, avremo più elementi per valutare come la nuova amministrazione USA affronterà i rapporti con la Cina per quanto riguarda il commercio, la geopolitica, le relazioni con Taiwan e se il Tesoro USA etichetterà il Paese come manipolatore della valuta.
Da qui al prossimo anno, la classe dirigente cinese, quella attuale e quella che sarà in carica dopo le elezioni, avrà bisogno di destreggiarsi tra queste delicate questioni, riequilibrando l’economia verso un passaggio da un modello trainato dagli investimenti a un modello di crescita trainato dai consumi, e gestendo i flussi di capitale e la valuta.
Sul fronte domestico, l’economia continua su un percorso di soft landing in quanto gli investimenti stanno rallentando a un ritmo più sostenibile. Tuttavia, nel breve periodo, le incertezze sul fronte della politica estera e i rischi politici interni alzano i livelli di incertezza”.
Matthew Vaight, manager del fondo azionario M&G Global Emerging Markets: “La Cina è un mercato che cattura l’attenzione degli investitori e questo non sorprende viste le dimensioni della sua economia e della popolazione. Tuttavia, in quanto investitori azionari, crediamo che questi elementi di attrazione siano di secondaria importanza, in quanto è raro trovare riscontri sulla buona salute del settore corporate o delle valutazioni di queste società.
Il numero elevato di aziende e l’enorme range tra qualità e valutazioni che si può trovare sul mercato cinese rende il Paese un mercato adatto agli investitori che selezionano le aziende basandosi sull’analisi dei singoli titoli. Detto questo, al momento non è facile trovare buone idee d’investimento. È ampiamente documentato che l’economia cinese si sta trasformando da un modello ad alta crescita verso un modello più sostenibile, dove consumi e servizi guidano la crescita economica; questa transizione è già in corso e oggi consumi e servizi contano per oltre il 50% del PIL nazionale.
È ampiamente riconosciuto che l’economia cinese è divisa in due settori: la cosiddetta ‘old economy  basata principalmente sulla manifattura a basso costo e la spesa sulle infrastrutture, e la ‘new economy, basata sul terziario, i consumi e internet. La old economy  è in sofferenza per la capacità in eccesso, i bassi profitti e l’eccesso di debito – finanziato dal sistema bancario di proprietà statale. La new economy è invece molto innovativa e in rapida crescita.
Di conseguenza, il mercato azionario cinese è spaccato lungo queste linee, old e new economy: le società esposte alla old economy fuori dalle preferenze degli investitori e caratterizzate, di conseguenza, da valutazioni a sconto, anche se forse le loro valutazioni sono garantite. E società esposte alla new economy, molto in voga e quindi care.
Questa è la sfida principale che la Cina presenta agli investitori con approccio value: le aziende che rientrano nella definizione ‘value potrebbero essere potenziali ‘trappole’, mentre le aziende di migliore qualità e prospettive incoraggianti scambiano a prezzi che troviamo difficile giustificare. Data questa biforcazione nel mercato, fatichiamo a trovare molte opportunità nei settori della new economy  e stiamo cercando quelle aziende lontane dai riflettori che però generano buoni profitti, ma vengono trascurate dagli investitori a causa del loro settore di appartenza.
La Cina è un player molto importante per l’economia globale e con il tempo ci si aspetta che il suo mercato azionario cresca per dimensioni e importanza, andando a riflettere appieno la dimensione dell’economia del Paese. Per quanto riguarda la capitalizzazione, il mercato delle A-shares è il secondo mercato azionario al mondo per dimensioni, ma col tempo si aprirà ulteriormente agli investitori internazionali, attraendo capitali e andando ad incidere sugli indici azionari globali.
Se si aggiunge alle società cinesi oggi disponibili agli investitori esteri (ovvero società cinesi quotate a Hong Kong – il mercato azionario H-share, e le società cinesi quotate negli USA), il mercato azionario cinese diventerà sicuramente di importanza primaria per gli investitori azionari globali e non solo per gli specialisti sugli emergenti.

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