Picchi di volatilità in vista per i Paesi più “fragili”?

A cura di Banca Intermobiliare

Quella in corso è una fase nella quale non vi sono grosse sorprese sul fronte economico, ma tendono a prevalere le conferme:

  • a livello macro, il dato finale sul PIL americano del 4Q ha deluso le aspettative, ma con riferimento agli indicatori anticipatori restano prevalenti i segnali di miglioramento della crescita;
  • a livello societario prosegue positivamente la reporting season sul 4Q, con il 75% delle società dell’S&P500 che hanno riportato in linea o sopra le attese.

In questo contesto i mercati finanziari hanno continuato ad incorporare uno scenario favorevole alla crescita, supportati anche dalle prime decisioni di politica economica di Trump. Negli ultimi giorni, tuttavia, si è assistito ad uno spostamento dell’attenzione anche sugli aspetti di carattere più strettamente politico, con le prime iniziative di politica estera del nuovo Presidente: si è iniziato con la firma dell’ordine esecutivo per la costruzione del muro al confine con il Messico (con relativa polemica su chi dovrà sostenere i costi) e si è poi proseguito venerdì con un altro ordine esecutivo sulla questione dell’immigrazione.

Nello specifico è stato proibito l’ingresso negli USA per 90 giorni alle persone provenienti da alcuni stati islamici (Iran, Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan e Yemen), anche se possessori di doppia nazionalità (ma con doppio passaporto) e di green card (permesso di soggiorno a tempo indeterminato), ed è stato sospeso per 120 giorni (a tempo indeterminato per la Siria) il programma Onu per i rifugiati.

La decisione ha generato molte proteste e polemiche sia a livello nazionale che internazionale ed ha generato anche una certa confusione per le difficoltà pratiche nell’applicazione e per i dubbi di legittimità giuridica dell’iniziativa. Sally Yates, il Ministro della Giustizia nominata da Obama ed ancora in carica, aveva dato indicazione ai giudici di non difendere in tribunale il decreto di Trump, ma quest’ultimo ha reagito sostituendo la Yates con il procuratore della Virginia in attesa che il nuovo Ministro della Giustizia, Jeff Sessions, venga confermato dal Senato.

Sinora i mercati hanno adottato un approccio estremamente costruttivo nei confronti della nuova Amministrazione americana, andando anche al di là delle previsioni più ottimistiche, ma le vicende degli ultimi giorni hanno ricordato come dal nuovo Presidente possono arrivare anche elementi di disturbo.

Anche spostando lo sguardo dagli Stati Uniti alle vicende nazionali le questioni politiche sembrano avere riacquistato peso. Sul fronte italiano il fattore scatenante è stata la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum. Con la Consulta che ha precisato che “la legge è di immediata applicazione” e con la maggior parte dei partiti favorevoli (a parole) nell’andare al voto, è cresciuta sensibilmente la probabilità di elezioni anticipate in tempi piuttosto brevi.

Al tempo stesso abolendo il ballottaggio la Consulta ha trasformato l’Italicum in una legge elettorale proporzionale con un premio di maggioranza difficile da raggiungere. Questo aspetto insieme al fatto che al momento al Senato si applicherebbe una legge elettorale differente, il Consultellum, aumenta le probabilità di non riuscire ad avere una maggioranza di Governo dopo l’eventuale tornata elettorale.

L’acuirsi della incertezza politica, in una fase estremamente delicata del paese (la situazione economica resta complicata, come confermano le discussioni con la UE sullo sforamento del deficit, mentre permane critica la situazione del sistema bancario), ha immediatamente portato ad un rialzo del premio per il rischio sull’Italia, evidente su Piazza Affari, ma soprattutto sul rendimento dei BTP.

Se nelle ultime settimane la volatilità dei mercati è stata decisamente bassa, non deve essere sottovalutato la possibilità che, con i numerosi rischi politici (politica estera di Trump, appuntamenti elettorali in Europa, incertezza sulla situazione politica italiana) e con diverse Borse in prossimità dei massimi relativi, se non assoluti, si vada incontro ad improvvise impennate di volatilità e su questo fronte gli asset italiani restano i più vulnerabili.

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