Da domani le parole dovranno lasciare spazio ai fatti. Il tanto atteso Obama Day è giunto. E’ in corso proprio in questo momento il giuramento del 44° presidente degli Stati Uniti e in queste ore le speranze e le previsioni sugli effetti dell’insediamento di Barak Obama si sono letteralmente sprecate.
Ma da domani il nuovo presidente dovrà già discutere con il Congresso su un piano di stimoli da 825 miliardi di dollari per il rilancio dell’economia. Oltre naturalmente alle sfide legate alle guerre in Iraq, Afghanistan, ai conflitti di Gaza, alle tensioni tra Pakistan e India, per citare le questioni più clade.
E’ fuor di dubbio, però, che il primo esame di Obama sarà il modo in cui affronterà l’attuale e interminabile crisi economico-finanziaria internazionale.
Obama non sarà solo il 44° presidente degli Stati Uniti ma, agli occhi di molti, è (o meglio dovrebbe essere) un salvatore dell’economia mondiale. Ma non dimentichiamo che è “solo” il presidente degli Stati Uniti. Ha un piano per frenare l’attuale crisi e che dovrà essere concretizzato nel corso dei prossimi mesi.
Sembra avere le idee chiare, ma non è uno stregone che insediandosi cambierà il mondo dall’oggi al domani. Per i suoi fans lo farà nel corso degli anni (e se i cambiamenti saranno in positivo ce lo auguriamo tutti). Ma forse è giusto ricordare la natura “umana” Barack Obama.
Detto questo c’è una speranza concreta sulla quale ragionare, ovvero il fatto che Obama è oggi un importante simbolo per tutti coloro che credono e voglio “innovare e cambiare” il mondo. Per questo Obama-simbolo può portare una ventata di ottimismo anche (e non solo) nell’economia.
Nella sua campagna elettorale Obama, citando Roosevelt, affermò più volte che questo “non è il tempo del panico, ma il tempo per risolvere i problemi e ricostruire la fiducia”. E questo è un messaggio che oggi, forse, vale più di un piano concreto di salvataggio dell’economia e del mondo finanziario. Prima Obama-simbolo riuscirà a ridare fiducia all’economia e al mondo in generale, prima l’Obama-presidente potrà “cambiare e innovare” il mondo.