Sterlina a picco, mercati in panico!

Ormai la dimensione del collasso dei mercati finanziari e di conseguenza delle valute legate a tali mercati sta assumendo proporzioni spaventose, inimmaginabili solo qualche settimana orsono. Si ha la sensazione di vivere un periodo di anarchia finanziaria unica, in cui le  autorità monetarie non controllano più nulla, dalle valute ai mercati azionari sembrano in balìa degli eventi, eventi ormai più grandi anche di loro.
Anche ieri abbiamo visto le borse crollare, il settore bancario è stato colpito da vendite di ogni genere e con esso le valute che con i settori in questione hanno maggiormente a che fare. Il tutto nella giornata definita da tutti ormai “il giorno della Speranza” in cui il Neo Eletto Presidente Americano Barak Obama ha giurato di fronte alla nazione. Ma neanche ieri c’e’ stata tregua. La sterlina ha subito un collasso che non sembra trovare più neppure giustificazioni, anche in un momento di estrema crisi come quella attuali, basti pensare che se la Rbs ha messo a bilancio perdite per 28 miliardi di sterline, Bank Of America avrebbe bisogno di altri 80 miliardi di dollari per far fronte alla crisi di liquidità, quindi onestamente non sappiamo chi sia messo peggio tra Istituti Usa e Inglesi, ma la divisa britannica sembra un cadere in un pozzo senza fondo.

Quello che si vede nel grafico è il crollo della valuta britannica, un crollo senza fine, in 15 mesi siamo scesi da 2.1150 a. 1.3850 manco si trattasse di una di quelle azioni del Nuovo Mercato che ci eravamo abituati a vedere dopo la crisi del 2001. Si tratta della divisa di un paese che
secondo alcuni guru della finanza (Rogers della Rogers Holdings) sarebbe finito (letteralmente ha affermato “Uk is finished”).


E le autorità britanniche che fanno? Nulla, ma forse credono che svalutando fino a portare a zero la sterlina risolleveranno una economia che ha ancora una inflazione annua al 3,6%, la più alta tra le economie occidentali, e che non ha ormai alcuna azienda propria manifatturiera.
In compenso la fuga dall’Inghilterra dei capitali, se proseguiremo in questa direzione, affosseranno l’unica cosa ancora rimasta agli Inglesi, la finanza.
Inoltre il Primo Ministro e il Governatore della Boe non sanno che pesci prendere, evitano accuratamente di difendere anche verbalmente la valuta, lasciando che il mercato si sfoghi. Il cable è ormai prossimo al doppio minimo storico a 1.3680 e successivamente potremmo trovarci di fronte anche al test di 1.3000. La pressione è inimmaginabile, non c’e’ tregua e gli unici che potranno dare respiro alla valuta alla fine saranno i Giapponesi che, se dovessero intervenire sullo Yen, per indebolirlo, allevierebbero la pressione di conseguenza anche su sterlina ed euro. Se si va avanti così un intervento globale per stabilizzare il mercato dei cambi diverrà necessario.

Passando ad un po’ di analisi di breve periodo notiamo come il cambio EurUsd possa incontrare una configurazione rialzista (S1 per chi è pratico dei nostri sistemi) intorno alla media esponenziale a 100 periodi a 1.2940. Allungando il periodo preso in considerazione possiamo notare come la linea di supporto dinamica inferiore, contenente la discesa dal 19 dicembre, suggerisce oggi un livello di supporto una figura al di sotto, precisamente a 1.2840.
Sul cambio dollaro yen è da porre invece attenzione a 88,80, suggerito dal secondo pivot point di giornata e dal supporto inferiore del canale rialzista, dal minimo di 87,12 .
Continua la pressione contro la sterlina e il cambio EurGbp, di conseguenza, continua la propria strada di ripresa: il suggerimento è di attendere un eventuale ritorno a 0.9260 per entrare a favore della tendenza primaria.
Terminando con l’eurofranco notiamo come sia presente un chiaro livello di supporto a 1.4780: la rottura, dietro una scia di peggioramento del mercato, potrebbe facilmente condurre al successivo 1.4650.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: