In attesa di novità

Continua la pubblicazione di dati macroeconomici poco confortanti per l’America. Le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione sono salite a 589k unità, in aumento rispetto al comunque catastrofico livello di 524k toccato il mese scorso. Il dato relativo alle Housing Starts, anch’esso uscito peggiore delle aspettative (550k contro un consenso di 605k) non fa altro che confermare ciò che i mercati, ormai da tempo, conoscono. E sempre più spesso, le reazioni degli investitori a queste pubblicazioni, tendono a mancare.
Occorre dunque cercare di spostare altrove l’attenzione, per cercare di capire quali siano i veri driver di mercato. Sicuramente l’avversione al rischio, per ora, è da ritenersi una dei principali: nel momento in cui questa aumenta, le valute rifugio, tornate di gran voga negli ultimi giorni, rialzano la testa contro la maggior parte delle altre valute, con Usd e Jpy in testa, ben seguite dal franco svizzero.
La fiducia (o forse è meglio dire l’attendismo) nella nuova Amministrazione americana è tanta. A livello economico gli sviluppi più importanti, a parte tutto ciò che già conosciamo, potrebbe arrivare dall’attenzione che Obama sta rivolgendo alla Cina: che lo yuan venga un po’ meno manipolato in futuro? Sembra che ciò possa venire per lo meno richiesto alle autorità cinesi durante i mesi a venire.
Per fornire la consueta interpretazione dell’ eurodollaro ci avvaliamo del medesimo grafico a 240 min evidenziato ieri: questo perché, come si nota, il cambio continua ad essere racchiuso all’interno di quel triangolo iniziato il 29 dicembre. Per le prossime candele i punti chiave da osservare sono una rottura ribassista di 1.2770 e una rialzista a 1.3080, perfettamente coincidente peraltro con il primo pivot point superiore di giornata. La rottura di una delle due estremità, stando all’analisi tecnica, proietterebbe il cambio a 1.20 oppure a 1.39 ed il fatto che la figura si stia restringendo dovrebbe avvalorare la tesi.

Dopo lo strappo ribassista di due giorni fa (da 90.17 a 87.10 in un’ora esatta!) il cambio UsdJpy ha ritrovato una maggiore calma. Per la giornata un grafico di breve suggerisce di prestare attenzione ad un livello di vendita (quindi porsi a favore di yen) a 88,90. Il livello di supporto alla giornata di oggi può essere scomposto in due livelli, il primo si trova a 88 figura ed il secondo coincide esattamente con il minimo di due giorni fa, di nuovo 87,10.
Ora invece analizziamo brevemente un cross anti-ciclico: il UsdCad. Sia sul grafico daily che sul grafico orario il bias sembra negativo. Nel breve termine, il fallimento del doppio top a 1.2770 lascia spazio ad un  cambiamento possibile di trend verso il basso. Detto questo, intraday potremmo comunque vedere lievi rialzi sopra 1,2580 (MM 21) che si potrebbero estendere anche a 1,2605.
Diamo un occhio anche ad uno dei protagonisti del mercato di questi ultimi tempi, l’EurGbp con i suoi rialzi. Dopo una giornata movimentata, possiamo osservare come l’EurGbp sul grafico daily abbia chiuso la giornata in pari (apertura a 0,9369 e chiusura a 0.9370) formando un doji (segnale di possibile inversione). Inoltre a 0.9436 troviamo una resistenza Fibonacci (il 61,8% del movimento da 0.9805 a 0.8840) da cui, solitamente, si rimbalza. Anche sul grafico orario sembra che voglia fare un doppio top verso 0.9450 per poi scendere, e quindi rimaniamo bullish sopra 0.9400. Ma discese sotto 0.9400 e, progressivamente 0.9380 aprirebbero le porte per  0,9322 e possibilmente 0.92.
La sterlina contro il Greenback sembra confermare il momento di debolezza dell’economia inglese con una discesa iniziata stanotte  e che ha portato il Cable a toccare 1,3755 (proprio sulla trendline in salita) dove ha fatto il doppio minimo prima di risalire a fare il doppio top a 1,3790. Il bias continua ad essere bearish su questo cross ma non è escluso che intraday si vada a toccare 1,3830 prima di portarsi di nuovo al doppio minimo a 1,3690.

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