Incertezza sui mercati nonostante il contesto economico positivo

A cura di Banca Intermobiliare

L’attuale scenario di riferimento dei mercati finanziari può essere sintetizzato nei seguenti punti:

  • economia che continua a fornire segnali di miglioramento della crescita;
  • buona parte delle asset class ben valutate sui fondamentali;
  • scenario geopolitico molto incerto, tendente al caotico.

I dati macro confermano la prospettiva di un’accelerazione ciclica dell’economia mondiale: vanno in questa direzione gli indicatori anticipatori, che hanno evidenziato miglioramenti o comunque una tenuta al di sopra della soglia di espansione in buona parte delle aree geografiche.

Il buono stato dell’economia viene confermato anche dall’analisi societaria bottom-up: la reporting season sul 4Q sta evidenziando una prevalenza di sorprese positive, ma soprattutto per la prima volta è accompagnata da una revisione al rialzo delle stime sul 2017.

Nonostante questo positivo contesto economico, è però difficile trovare asset class che presentino un rapporto rischio-rendimento particolarmente attraente, sia che si faccia riferimento al comparto azionario che a quello obbligazionario. In questa analisi di rischio-rendimento assumono ovviamente rilevanza le valutazioni, in alcuni casi decisamente piene sui fondamentali, ma giocano un ruolo particolarmente rilevante anche i rischi geopolitici, che abbondano a tutti i livelli e da alcuni giorni stanno tornando al centro della scena.

A questo riguardo un elemento di attenzione particolare arriva dalla nuova amministrazione americana. Se i mercati sono stati decisamente costruttivi sulle potenziali iniziative di politica economica del nuovo Presidente, gli elementi di preoccupazione arrivano soprattutto dalle questioni più strettamente politiche, soprattutto di politica estera, ed a questo proposito non si può dire che nei primi giorni del suo mandato Trump abbia agito per stemperare i timori.

Sul fronte europeo poi c’è l’imbarazzo della scelta: da un lato sta per entrare nel vivo il processo della Brexit, dall’altro si avvicinano una serie di delicate tornate elettorali. Gli ultimi giorni sono stati un valido esempio di come l’Europa possa essere caratterizzata da improvvise impennate di volatilità: è bastata la combinazione delle crescenti preoccupazioni sull’esito delle Presidenziali francesi con le dichiarazioni della Merkel in merito ad uno scenario di un’Europa a due velocità per mettere fortemente sotto pressione la parte meno virtuosa dell’area Euro, compresa la Francia.

Come accennavamo già nello scorso numero, in questo contesto l’Italia si trova in una posizione estremamente vulnerabile: la situazione politica è a dir poco caotica, si fa fatica a trovare una soluzione definitiva per la crisi del sistema bancario e lo spazio di manovra sul fronte delle politiche economiche resta limitato, come dimostra il confronto con la UE sulla legge di stabilità. Tutto questo si traduce in una elevata dose di incertezza sull’andamento dei mercati, con diverse asset class prive di direzionalità ormai da diverse settimane.

Aiutata probabilmente dal fatto che l’effetto netto delle politiche di Trump viene percepito come positivo sul fronte dell’economia interna, quantomeno nel breve termine, Wall Street resta la Borsa che mantiene l’impostazione più costruttiva trai mercati sviluppati, anche se in un contesto di bassissima volatilità che già di per se stessa dovrebbe imporre una certa dose di prudenza.

Anche perché se negli ultimi anni la bassa volatilità dei mercati era da attribuire all’anomala azione iper-accomodante delle Banche Centrali, il progressivo passaggio di testimone dalle politiche monetarie a quello fiscali dovrebbero in linea teorica essere fautore di maggiore volatilità e questo anche al netto dei tweet di Trump.

L’altra area che conferma un’impostazione positiva è l’azionario emergente: oltre ai segnali di miglioramento dei fondamentali, alle valutazioni attraenti ed allo scarso posizionamento, in questa fase il comparto è anche aiutato dalla fase di assestamento che sta caratterizzando i tassi americani ed il Dollaro.

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