Francia, elezioni presidenziali e dubbi degli investitori

Di P. O. Beffy, Chief Economist di Exane Bnp Paribas

Per gli economisti francesi è, per il momento, quasi impossibile, lasciare un meeting senza aver parlato delle elezioni domestiche. Io ed il mio collega Jean-Baptiste Pethe, che sta seguendo da vicino le elezioni francesi, abbiamo dovuto rispondere ad un numero particolarmente elevato di email, telefonate, e domande durante le riunioni sul rischio che le elezioni presidenziali francesi possono avere un risultato shock. Quindi, di che cosa stiamo parlando?

Continuiamo a ritenere che una vittoria della candidata di estrema destra Marine Le Pen sia poco probabile. In primis, Le Pen continua ancora a riunire una maggioranza contro la sua elezione. I sondaggi mostrano che tra gli elettori che non voteranno per lei al primo turno saranno in pochi a votarla al secondo. In secondo luogo, data l’alta affluenza alle urne per le presidenziali francesi, le servirebbero tra i 17m e i 18m di voti per essere eletta al secondo round. Al riguardo è interessante sottolineare che il massimo numero di voti raggiunto dal Front National è stato 6,8m. Infine, contrariamente alla Brexit e Trump, Le Pen non è supportata da un partito moderato. I pensionati sono preoccupati all’idea di lasciare l’euro poiché hanno paura di perdere i loro risparmi, il che spiega il basso 14% per Le Pen stimato su categoria di persone (che rappresenta il 40% dei votanti).

In seguito al crollo di Fillon nei sondaggio, il rischio crescente per i mercati è che il candidato socialista Hamon (che ha un programma molto di sinistra) raggiunga il secondo round delle presidenziali con Marine Le Pen. Una delle domande più ricorrenti è se Hamon e Melenchon (candidato del partito France Insoumise, i.e. un candidato anti-globalizzazione) potrebbero unire le loro candidature. I sondaggi attuali mostrano che Hamon (14%) e Melenchon (12%) unendosi potrebbero qualificarsi al secondo round contro Marine Le Pen. Però, fare una semplice somma dei voti secondi i sondaggi non ha senso perché circa la metà del partito Socialista non voterebbe per un programma di estrema sinistra. In più, ne Melenchon ne Hamon hanno indicato di voler lasciare la corsa per l’Eliseo. Melenchon ha chiesto al partito Socialista di escludere tutti i membri che sono a favore del governo, determinando, in tal modo, una scissione del partito in due. Hamon ha appena vinto le primarie di sinistra ed è quindi legittimato a candidarsi e, in futuro, vorrebbe dirigere il partito Socialista. Pochi giorni fa Hammon ha dichiarato: “Il ritiro di Melenchon non è lo scenario più probabile”. Pensiamo che questo sia un eufemismo.

Se dovessimo avere ragione e se sia Hamon che Melenchon dovessero candidarsi, il rischio maggiore è che Hamon colmi il divario rispetto a Macron e Fillon. In effetti, Hamon si attesta attorno al 14% e la campagna elettorale è appena cominciata. Hamon dovrebbe certamente seguire una strategia volta a raccogliere consensi verso il centro in modo da creare una solida base politica. Macron è al 21% ma è probabile che perda consensi a favore del candidato di Centro-Destra Bayrou, che probabilmente annuncerà la sua candidatura nelle prossime due settimane. In più, solo il 42% dei suoi votanti hanno dichiarato di essere sicuri di votare per lui. Si tratta di una percentuale inferiore a quella di Fillon (63%) e della Le Pen (80%). Fillon si attesta leggermente sotto il 20% nei sondaggi e non pensiamo che possa scendere al di sotto di tale livello in virtù del fatto che la maggior parte dei votanti del Centro-Destra continuerà a supportarlo. Comunque, alla luce del recente scandalo, sarà più difficile per Fillon convincere gli elettori ancora indecisi.

In conclusione, dallo scandalo Fillon, la corsa al secondo turno contro Marine Le Pen è diventata sempre più incerta. Fillon ha chiaramente perso il vantaggio. Non è la prima volta che un candidato é colpito da uno scandalo. Per esempio, Chirac fu coinvolto in uno scandalo a causa di mancanza di trasparenza a livello finanziario e per la gestione del comune di Parigi, ma è riuscito comunque a farsi eleggere. Chaban-Delmans, invece, è stato ‘stoppato’ dallo scandalo fiscal e Giscard d’Estaing dallo scandalo dei diamanti Bokassa: entrambi sono stati eliminati dalla corsa elettorale. L’abilità di Fillon di arrivare al secondo turno dipenderà anche dalla qualità della campagna elettorale degli altri candidati.

Appare certo che il popolo francese vuole un grande cambiamento. Quello che è più incerto è la direzione che prenderà questo cambiamento. Rimaniamo positivi sull’esito delle elezioni presidenziali francesi. Tuttavia, senza chiarezza sull’esito, è difficile dire perché gli investitori dovrebbero scommettere sulla Francia. A febbraio, conosceremo il programma di Macron, la decisione di Bayrou di entrare nella corsa per le presidenziali, e sapremo se Fillon sarà in grado di ripartire. Alla luce di ciò, ad inizio marzo dovremmo avere una ‘view’ più chiara su cosa potrebbe accadere nel primo turno delle elezioni il 23 aprile.

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