Prosegue la discesa del dollaro!

Nelle ultime ore emergono evidenti segni di stabilizzazione dei mercati finanziari, con una volatilità che è scesa e con minori fasi di erraticità nella formazione dei prezzi. Ebbene le ragioni probabilmente sono legate al fatto che peggio di come era qualche settimana fa non potrà più essere. La congiuntura globale è evidentemente in rallentamento e potrebbe portare ad ulteriori tagli di posti di lavoro nelle settimane a venire, ma i mercati finanziari, che erano scesi prima, sembrerebbero trovare almeno una base di supporto, oltre la quale per il momento sembra non vogliano scendere. Basta veramente poco, a livello di dati macro, per dare qualche speranza a investitori sfiniti e logorati da mesi e mesi di ribasso, e le reazioni del mercato sembrano cambiate. Mentre prima un soffio di vento era in grado di far crollare qualsiasi cosa, oggi sembra che si sia di fronte al fatto contrario, basta un minimo vento di speranza per dare fiato ai rialzisti, mentre le vendite sembrano esaurirsi in fretta. Non vogliamo sembrare superficiali, la situazione è ben lungi dall’essere risolta, ma il cambiamento nelle price action pare evidente, speriamo non duri lo spazio di un mattino.  Basti osservare che i dati di ieri con la fiducia dei consumatori Usa ai minimi storici insieme all’indice Shiller sui prezzi delle abitazioni (-18% su base annua), non sono riusciti a far crollare i mercati mentre è bastato un numero migliore delle attese dato dall’indice Fed di Richmond sul settore manifatturiero a spingere al rialzo i mercati. Intanto la stessa Fed si riunisce oggi pomeriggio mentre il Presidente Obama è ancora alle prese con la presentazione del pacchetto di stimoli fiscali di fronte al Congresso. La Fed non deciderà oggi ulteriori ribassi dei tassi, che a nostro avviso rimarranno ai livelli attuali, che peraltro sono ormai vicini allo zero (0,25%) ma sarà interessante ascoltare Bernanke e le dichiarazioni dei Banchieri Centrali che la rappresentano. Sul mercato dei cambi questa apparente e forse temporanea tranquillità si riflette in una calo di Usd, Jpy e Franco Svizzero, mentre le valute come Euro e Sterlina ne hanno leggermente beneficiato. La nota dolente arriva ancora da NzdUsd e anche AudUsd che ci aspettavamo potessero maggiormente recuperare contro la valuta Usa, mentre in effetti non riescono a liberarsi dalla pressione. Le ragioni sono legate alle aspettative sui tassi visto che sia la Rbnz, sia la Rba hanno annunciato possibili ulteriori riduzioni del costo del denaro che mantengono le valute sotto pressione.

Il quadro tecnico evidenzia la presenza di un possibile doppio minimo e l’oscillatore stocastico comincia ad uscire dalla zona di ipervenduto offrendo segnali di possibile inversione che, nel caso di violazione dell’area compresa tra 0,5400 e 0,5470, potrebbe portare al test di 0.5900 anche se il trend di fondo resta ribassista. Restiamo dell’idea che non appena l’avversione al rischio tornerà Nzd e Aud saranno le valute che maggiormente ne beneficeranno, proprio per l’appetibilità che mantengono in termini di remunerazione. Occorre ancora tempo evidentemente, ma ciò si rifletterà anche sui cross contro Euro, che hanno raggiunto livelli interessanti, soprattutto EurNzd quasi a 2,5000.
Nel breve periodo l’Eurusd potrebbe andare al test delle nuove resistenze in area 1.3300 mentre il UsdChf potrebbe scendere verso 1.1280. UsdJpy tra 88.50 e 90.50 mentre il Cable potrebbe accelerare anche sopra 1.4400. EurChf in rialzo con 1.4960  a fare da supporto mentre l’EurYen lavora nel range 116.00 – 119.00.

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