Crescita debole, ma ora attenti al debito

A cura di Maurizio Mazziero
Il 2016 si chiude con un debito pubblico in aumento di 45 miliardi, un risultato peggiore rispetto ai 35,6 miliardi del 2015, aggravato dai 20 miliardi destinati ai salvataggi bancari. Peggio andrà nel primo semestre del 2017 con un incremento del debito che stimiamo ragguardevole.
Incoraggianti i progressi nel rapporto tra entrate e uscite, che appare più bilanciato, sebbene si spenda ancora più di quanto si riesca ad introitare.
La crescita resta fragile e insufficiente, i progressi trimestrali sono minimali e il PIL resta al di sotto del 7,5% rispetto ai livelli pre-crisi del 2008; buona la produzione industriale che mostra una tendenza crescente da circa un anno.
L’inflazione inizia a crescere, spinta più da cause esterne che da una ripresa dei consumi; la disoccupazione, cessati gli effetti benefici del Jobs Act, ristagna intorno al 12%, mentre quella giovanile è nuovamente oltre il 40%.
L’Italia resta un paese fermo, dove i privati non consumano e non investono, mentre la classe politica vive in un mondo parallelo pensando più a campagne elettorali che a riforme strutturali.
Stime debito pubblico sino a giugno 2017
Debito pubblico a gennaio 2017:
2.248 miliardi (in forte aumento)
Intervallo confidenza al 95%:
compreso tra 2.244 e 2.252 miliardi
Dato ufficiale verrà pubblicato il: 15 marzo 2017
Debito pubblico a giugno 2017:
compreso tra 2.290 e 2.311 miliardi
Intervallo confidenza al 95%
Dato ufficiale verrà pubblicato a metà agosto 2017
Spesa per interessi a fine 2016:
68,5 miliardi di euro.
Stima Mazziero Research per fine 2017:
70,5 miliardi di euro.
L’Osservatorio trimestrale è liberamente scaricabile al LINK

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