Il dollaro gonfia le vele del lusso europeo

A cura di Scilla Huang Sun, gestore del fondo Julius Baer Multistock – Luxury Brands di Gam

Dopo tre anni difficili, il settore del lusso è a un punto di svolta. Si stanno aprendo nuove opportunità di investimento. La ripresa, tuttavia, non sarà uniforme tra i vari segmenti e la soluzione sarà un’attenta selezione dei titoli.

Le vendite nel settore del lusso hanno sofferto un deciso declino negli ultimi anni nell’universo degli Emergenti. L’indebolimento dei tassi di cambio ha colpito Russia e Brasile, mentre le vendite in Cina sono diminuite in scia alla lotta del governo alla corruzione. Stiamo assistendo a un miglioramento del mercato su tutti i fronti: dopo il rialzo delle valute nel 2016, il potere d’acquisto è tornato ai turisti russi e brasiliani, noti acquirenti del settore. Nel frattempo, con l’economia cinese che resta stabile, ci attendiamo una crescita dei consumi poco inferiore al 10% per Pechino nei prossimi due anni, sostenuta dai dati demografici. Il ceto medio continua ad espandersi, con un crescente desiderio per i viaggi e per i brand occidentali.

Il settore del lusso trae anche vantaggio dallo slancio economico globale positivo, che sostiene la fiducia dei consumatori. L’economia globale sta entrando in una fase di reflazione e questo rappresenta un fattore positivo per le società con pricing power, ovvero che possono trasferire maggiori costi di produzione sul consumatore finale. Il rafforzamento del dollaro, grazie alla solida economia del Paese, è un altro fattore di sostegno che accelera gli effetti valutari per le società europee del lusso.

Man mano che si sono manifestati segnali di un’inversione di tendenza nel settore lusso, anche gli investitori stanno diventando più positivi. I prezzi azionari stanno riflettendo il rialzo anche grazie alla prima revisione in positivo delle stime sugli utili da parte degli analisti. La stagione degli utili ha preso l’avvio a metà gennaio: Bellwether Richemont ha superato le stime del consenso in termini di vendite, segnalando progressi significativi in Cina e una ripresa in Francia dopo gli attacchi terroristici. Burberry ha tratto vantaggio dal calo della sterlina post Brexit, annunciando un rialzo delle vendite al dettaglio nel Regno Unito del 40% nell’ultimo trimestre dell’anno scorso.

L’inversione di tendenza nelle vendite è evidente anche in Cina, ed è un trend destinato a proseguire. In primo luogo perché la grande differenza di prezzo rispetto ai mercati europei si è ridotta, così da permettere anche ai consumatori cinesi meno propensi a viaggiare all’estero di avvantaggiarsi di prezzi domestici più competitivi. Nel frattempo, l’irrigidimento dei controlli alla frontiera ha limitato le importazioni illegali, rafforzando i canali di vendita ufficiali. All’estero, la quota di turisti provenienti dall’Asia è calata drasticamente a seguito degli attacchi terroristici in Europa, ma un’inversione di tendenza sembra plausibile anche su questo fronte dato che le prenotazioni di viaggi in Europa in occasione del prossimo Capodanno cinese sono state superiori rispetto a quelle dell’anno scorso. La rilevanza del turismo cinese non può essere esagerata, dato che vale per circa un quarto del mercato globale del lusso.

L’orologeria elvetica viene da un 2016 molto difficile ma, in fin dei conti, un sentiment positivo si sta riflettendo in questo segmento ancora poco frequentato. Sono forti i segnali che ci fanno pensare che lo scorso anno abbia rappresentato per il settore il punto più basso, in termini di margini e di vendite. Barometri del settore, come Swatch e Richemont, sono altamente ciclici dato che lo sviluppo del margine è guidato principalmente dalla leva operativa. Il rafforzamento del biglietto verde, in questo senso, si pone come elemento di sostegno in più.

La componente emozionale legata al settore del lusso è particolarmente evidente nei Mercati Emergenti, dove la popolazione difficilmente riesce a spendere somme significative per orologi o automobili, ma continua a desiderare uno stile di vita occidentale come visto sui social o in televisione e al quale possono accedere con prezzi ragionevoli attraverso marchi come Adidas, Nike o anche L’Oréal, per quanto riguarda il segmento della cosmesi. Il discorso si estende anche al settore dell’orologeria: significa orologi in acciaio anziché oro per permetterne l’acquisto anche da parte dei millennials.

Al lato opposto dello spettro, troviamo la fascia più esclusiva dei brand destinati alle fasce più ricche della popolazione. Questa clientela non deroga sulla qualità e cercherà sempre il prodotto migliore. Di conseguenza, ci attendiamo che i brand più noti del settore del lusso continueranno a registrare performance positive.

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