Cfa Society Italy Sentiment Index: a marzo prevalgono previsioni positive

A cura di Cfa

Gli investitori professionali italiani certificati CFA® si mantengono positivi sulle prospettive dell’economia domestica: il “Sentiment Index” registra un valore pari a 8,5, che risulta dalla differenza tra il 21,3% che vede un miglioramento delle condizioni macro rispetto a un 12,8% che si attende un peggioramento. Nel dettaglio delle principali asset class, i tassi di interesse sono previsti in ascesa negli Stati Uniti e, in misura minore, in Europa. Si confermano le attese positive sui mercati azionari di Italia ed Europa, mentre il dollaro USA dovrebbe apprezzarsi contro Euro dagli attuali livelli.

Il sondaggio mensile, svolto da CFA Society Italy in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor, ha misurato il parere di 48 professionisti con certificazione CFA® e membri dell’Associazione, un campione rappresentativo del punto di vista degli investitori professionali italiani (principalmente gestori di portafoglio, analisti finanziari, traders, brokers, consulenti e top manager di società del settore finanziario). Il sondaggio, svolto tra il 20 ed il 28 febbraio 2017, rileva un dato di “Sentiment Index” pari a 8,5, dal precedente 14, mantenendosi in terreno positivo.

Mirko Porciatti, CFA Strategist – Ufficio Market Strategy MPS Capital Services, afferma: “Nonostante il calo del “CFA Italy Radiocor Sentiment Index”, gli intervistati continuano ad essere ottimisti, poiché l’indice resta in territorio positivo. Tale ottimismo è allineato con le indicazioni in arrivo dai principali indicatori macroeconomici di fiducia in Europa, USA, Cina e Giappone che prevedono un proseguimento della fase di espansione del settore manifatturiero e servizi nei prossimi mesi.

Nel breve periodo sono comunque presenti due importanti fonti d’incertezza. Una prima fonte d’incertezza è l’intenso calendario elettorale europeo. Questo mese sono in programma le elezioni in Olanda che saranno poi seguite da quelle francesi tra fine aprile/inizio maggio. Dopo i risultati a sorpresa del 2016 (Brexit e Trump), gli operatori stanno monitorando attentamente i sondaggi per capire se la leader nazionalista Le Pen sarà eletta come nuovo presidente. Secondo i bookmarkers inglesi, la Le Pen è attesa vincere al primo turno, ma poi perdere al secondo (è questo il nostro scenario centrale al desk Market Strategy di MPS Capital Services).

La seconda fonte d’incertezza riguarda le misure che l’amministrazione Trump andrà ad implementare quest’anno, che potrebbero impattare anche sull’atteggiamento della Banca Centrale USA (Fed) nell’ambito della politica monetaria.

Nel frattempo si sta assistendo ad un ritorno dell’inflazione, salita in Europa ai massimi da quasi 4 anni. Il rialzo è legato soprattutto a fattori esogeni, quali l’aumento dei prezzi dell’energia, e non ad un rafforzamento importante dei consumi. Il nostro ufficio ritiene che la BCE continuerà con la politica monetaria espansiva nel corso del 2017 (magari con qualche ritocco tecnico), tollerando per il momento un livello d’inflazione più elevato rispetto all’anno passato.

Sul fronte tassi ci aspettiamo che quelli monetari restino, in Europa, su livelli depressi nel prossimo futuro alla luce dell’atteggiamento accomodante della BCE. Sui tassi a lungo termine ci aspettiamo una maggiore volatilità rispetto all’anno scorso, con oscillazioni anche rapide in ambo le direzioni, ma spazio limitato di rialzo nei prossimi mesi.

Sul petrolio riteniamo che al momento sia in atto un equilibrio tra due forze contrapposte. Da una parte il recente accordo sul taglio della produzione tra l’OPEC e di altri importanti produttori favorisce un rialzo i prezzi, dall’altra l’aumento della produzione e delle scorte USA ne frena lo slancio rialzista. Alla luce del posizionamento eccessivamente ottimista da parte degli speculatori (posizioni nette lunghe a livelli record secondo la CFTC), potremmo assistere a vendite sul greggio nelle prossime settimane. Il calo potrebbe però rivelarsi solamente temporaneo.

Sulle valute il risultato del sondaggio vede un apprezzamento del dollaro verso euro, probabilmente a causa delle attese di un rialzo dei tassi della Fed a breve (è probabile a giugno, anche se il mercato sta iniziando a scontare l’ipotesi marzo dopo numerose dichiarazioni possibilistiche da parte di membri Fed) e dell’incertezza nel risultato delle elezioni francesi. La nostra aspettativa è quella di un dollaro che nel breve periodo potrebbe oscillare intorno ai livelli attuali, per poi deprezzarsi leggermente nel corso del secondo trimestre una volta superate le elezioni francesi”.

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