L’industria dei fondi europei inizia l’anno a pieni giri

Dall’ultimo Morningstar Asset Flow Report emerge come l’industria dei fondi europei sia partita quest’anno con l’acceleratore schiacciato e abbia messo a punto un mese record in termini di raccolta netta. Le speranze di una ricrescita economica ha dato una forte spinta ai flussi netti verso i fondi aperti a lungo termine. A gennaio sono entrati 33,2 miliardi di euro, il livello mensile più alto da luglio 2015. Scendendo nel dettaglio dei fondi azionari, l’asset class si è lasciata alle spalle il quadro negativo del 2016 che ha calcolato deflussi per 86 miliardi di euro, causati dalle gestioni attive. L’inversione di rotta riguarda soprattutto quest’ultime che hanno ottenuto nel solo mese di gennaio 2,75 miliardi di sottoscrizioni nette.

I fondi obbligazionari sono stati ancora una volta l’asset class più forte con +16,86 miliardi di euro. Seguono i bilanciati con 7,29 miliardi, il loro risultato mensile migliore da luglio 2015, e gli alternativi con 3,14 miliardi, in netta ripresa rispetto ai risultati di dicembre. I comparti monetari continuano ad attrarre gli investitori, registrando un gennaio record (+30,54 miliardi). Si tratta della somma più alta dal 2007, quando Morningstar ha iniziato la raccolta dei dati. Sul fronte opposto, i maggiori deflussi sono stati registrati dagli Obbligazionari corporate e quelli diversificati in Euro, con oltre 2 miliardi di fuoriuscite.

Tra le società, a gennaio spicca Amundi con +2,4 miliardi di euro, il livello più alto da maggio 2015. Tra gli asset manager italiani, Aletti Gestielle è terza con quella con i più alti deflussi. Mentre Eurizon Capital (che ha chiuso il 2016 al primo posto) termina gennaio quinta. Tra i fondi più grandi d’Europa, i flussi più alti (1,2 miliardi) sono stati registrati da PIMCO GIS Income. Al contrario, il peggiore (-677 milioni) è stato il comparto Standard Life Investment’s Global Absolute Return Strategy.

Ali Masarwah, Responsabile Editoriale per Morningstar EMEA, ha così commentato: “I flussi di gennaio rivelano diversi trend. Anzitutto, gli investitori hanno preferito le asset class più rischiose, come gli High yield globali che sono stati la categoria più forte e il debito emergente che a seguito delle elezioni di Trump ha registrato flussi significativi, soprattutto verso i fondi obbligazionari emerging con valute forti. Prosegue, poi, il successo riscontrato dai comparti bilanciati e dagli alternativi multi-strategy. Quest’ultimi, a gennaio, hanno raccolto quasi 1,7 miliardi netti, portando il tasso organico di crescita (flussi in percentuale del patrimonio iniziale) degli ultimi dodici mesi al 21,6%, il più alto tra le categorie Morningstar. A beneficiarne, tuttavia, sono state poche case di gestione, tra cui Invesco Perpetual e Goldman Sachs”.

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