Prese di beneficio sul mercato Usa

A cura di Giuseppe Sersale, Anthilia Sgr
Inizio settimana di lieve risk aversion. Newsflow politico US e effetto ritardato della Yellen le ipotesi.
Venerdi, la nuova stance Fed ha ricevuto la conferma della Yellen, la quale ha chiaramente indicato il prossimo meeting come sede per la valutazione di un “aggiustamento” dei Fed Funds. La Presidente ha aggiunto che ” vista la vicinanza dei target, assenti nuovi sviluppi che peggiorino materialmente il quadro macro, il ritmo di rimozione dello stimolo monetario non sarà cosi lento come i 2 anni passati” (un rialzo da 25 bps l’anno nel 2015 e 2016).
Peraltro, l’atteso discorso della Yellen si è rivelato un “sell the news”: nonostante dati macro generalmente costruttivi (vedi ISM non manufacturing ancora sopra attese, ai massimi da ottobre 2015), i rendimenti dei treasury hanno marginalmente ritracciato e soprattutto il dollaro ha corretto.
Tra i motivi per questa reazione controintuitiva personalmente indico:
** Il tono prudente della Yellen, che ha sottolineato che la tenuta dello scenario è condizione necessaria perfino per alzare i tassi il 15 marzo, come se lo scenario potesse cambiare in cosi poco tempo. Difficile, visto quante volte è stato ripetuto che la Fed non guarda il singolo dato. In generale, il repricing oltre il prossimo meeting è stato modesto, col mercato che prezza poco più di 2 rialzi per dicembre prossimo, e in generale rialzi assai inferiori alle projections Fed.
** Il recente inasprirsi delle tensioni politiche in US, che fanno passare in secondo piano l’attuazione dei piani economici. Le accuse di spionaggio di Trump a Obama sembrano studiate per distrarre l’attenzione dalle relazioni tra il suo staff e i Russi. Tra l’altro, per quanto sia plausibile che un candidato venga spiato, sembra improbabile  che a farlo sia il presidente uscente, che non ha nulla da chiedere personalmente a quella consultazione elettorale.
** Sul fronte €, abbiamo il miglioramento del clima politico, con l’allontanarsi delle elezioni in Italia e la Le Pen che vede il suo vantaggio assottigliarsi, e l’incombere dell’ECB, dove Draghi dovrà comunque prendere atto dei miglioramenti macro e sul fronte prezzi.
La ritirata del $ ha concesso un tono costruttivo alla seduta asiatica di lunedì (ovviamente ad eccezione di Tokyo). Dal Congresso del Partito Cinese sono uscite poche sorprese. Il target di crescita 2017 è stato marginalmente abbassato (in area 6.5% o più se possibile), e quello del deficit è rimasto invariato, mentre quello di M2 è stato abbassato dal 13% al 12%. Si è parlato di contenimento dei rischi finanziari ma i toni sul settore immobiliare non sono risultati allarmati, il che sembra indicare che continuerà il moderato inasprimento della politica monetaria , ma la repressione della speculazione su property sarà blanda. In generale toni poco aggressivi, il che ha fatto piacere all’azionario locale.
Difficile dire cosa abbia causato la moderata risk aversion osservata dall’apertura europea di ieri in poi. C’è stata la vicenda dei missili della Corea del Nord, ma onestamente dubito che l’impatto sia stato materiale. Naturalmente il newsflow politico dagli USA non è di quelli che fanno pensare ad una rapida attuazione dei piani dell’amministrazione. Detto questo le news macro ieri scarseggiavano (i Factory orders hanno lievemente sorpreso in positivo, ma restano poco più che discreti, e non al livello indicato dalle survey), e non esiste un preciso catalyst del clima uggioso.
Naturalmente, il mancato decollo dopo l’accelerazione di mercoledi scorso a Wall Street, e il breakout in Europa (che per la verità venerdi aveva visto un po’ di follow through) stanno propiziando delle prese di beneficio, su un mercato che era assai iper esteso in US.
A parte ciò, forse si fa un po’ strada la percezione che la modifica della stance Fed è stata accolta con un po’ troppo entusiasmo, dall’azionario, e tranquillità dalle curve dei tassi, con l’indice di volatillità impolicita sulle opzioni a 1 mese sui treasury  calcolato da  Merril Linch che è addirittura sceso, giovedi e venerdi.
Lampi di Colore 522
Vedremo. Il malumore ha contagiato anche gli spread periferici (e OAT) che hanno interrotto la serie positiva della scorsa settimana.
In settimana il calendario macro è soprattutto incentrato sul mercato del lavoro US (adp mercoledi e payrolls venerdi) ultimo ostacolo prima del FOMC. Personalmente guarderò con interesse alla bilancia commerciale cinese oggi. E sul fronte banche centrali abbiamo l’ECB Giovedi, sulla quale metterò giù qualche pensiero domani o dopo.

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