Da Draghi un messaggio “politico” a sostegno del progetto Euro. Mercati in attesa delle elezioni in Eurozona

A cura di Alessandro Allegri, AD di Ambrosetti Asset Management Sim
La recente riunione della Banca Centrale Europea non ha introdotto novità sul vigente scenario finanziario che rimane caratterizzato dalle incertezze del mercato obbligazionario e dalle potenzialità, ad alta volatilità, degli strumenti di carattere azionario. Il costo del denaro resta dunque vicino ai minimi storici con tassi su depositi e prestiti al sistema bancario ancora negativi, a garanzia di una facilità di accesso ai capitali per le banche che dovrebbe, in teoria, riversarsi in maniera favorevole sul sistema reale come leva primaria della ripresa economica.
In un contesto in cui la crescita economica resta ancora su livelli contenuti e permane il dualismo periferico fra i paesi dell’eurozona, la possibilità di un cambio di paradigma nella politica  monetaria della Bce rimane, nell’immediato, decisamente poco probabile. Lo snodo a futuri cambiamenti, già in atto sul fronte americano, resta dunque legato ad un miglioramento del ciclo economico, con un Pil dell’eurozona che stenta a riprendersi, e naturalmente ad un livello di inflazione sufficientemente elevato da permettere la definizione di nuovi equilibri circa i livelli minimi di tasso di interesse accettabili e, soprattutto, sostenibili dall’economia reale.
Il sistema è ancora fragile seppur in miglioramento e le indicazioni da parte di Draghi, se da un lato confermano la validità delle linee guida in essere, dall’altro assumono un carattere più “politico” con un messaggio forte indirizzato a sostegno del progetto Euro, vedendo nell’unità dell’area la condizione necessaria a garantire la competitività a livello globale. In effetti oggi, di fronte a più contenuti rischi al ribasso per l’economia, la preoccupazione maggiore risiede sul frangente geopolitico con l’esito non scontato delle imminenti elezioni in alcuni dei principali paesi dell’Eurozona alle prese con una frangia contestatrice anti-euro dagli effetti decisamente destabilizzanti.
Con questi elementi a disposizione dell’investitore, non è più così semplice trovare la soluzione ideale, soprattutto ora che gli strumenti tipicamente detenuti in portafoglio, le obbligazioni, accumulano più rischi che benefici. L’andamento globale dei tassi, a livelli storici bassissimi in quasi tutte le aree, porta con sé il rischio di una generalizzata salita degli stessi. Questo scenario non è quindi favorevole ad allocazioni strategiche particolarmente sbilanciate verso il comparto.
La ricetta raccomandata va nella direzione di una maggiore diversificazione attraverso sia l’utilizzo di strumenti più rischiosi ma potenzialmente più performanti, come le azioni, sia abbandonando la classica soluzione del “fai da te” a favore di approcci all’investimento più professionali e  dinamici.

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