Amundi: “Tassi a lungo termine europei attesi in rialzo”

A cura di Amundi

Giovedì 9 marzo la BCE non ha fatto annunci sensazionali, ma ha continuato a ridurre progressivamente la sua politica espansiva. Pur ribadendo la necessità di disporre “ancora di un notevole grado di accomodamento monetario”, la BCE, nel suo comunicato, non fa più riferimento al fatto di “essere disposta a ricorrere a tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato” per raggiungere il proprio obiettivo”. Come ha spiegato Mario Draghi, è venuto meno il carattere di urgenza. Inoltre, le stime sulla crescita del PIL sono state riviste al rialzo e la BCE ritiene che i rischi riguardo alle prospettive economiche siano “meno pronunciati”.

Gli effetti negativi delle politiche monetarie non convenzionali sono denunciati sempre più di frequente da alcuni governatori e da diversi politici, in particolare quelli tedeschi (si veda Wolfgang Schäuble questa settimana). Per i tedeschi, il QE ha avuto un senso finché c’era il rischio di deflazione, oggigiorno molto meno presente.

Nonostante il rinnovato ottimismo, la BCE rimane prudente ed è ancora in attesa di un rialzo dell’inflazione sottostante. Sebbene l’inflazione complessiva abbia centrato per la prima volta l’obiettivo del 2% dal gennaio 2013, si tratta di un’accelerazione illusoria perché l’inflazione sottostante, che fotografa in maniera più precisa le spinte inflazionistiche, non dà segnali di ripresa (solo + 0,9%). In ogni caso, la BCE ha rivisto al rialzo le stime sull’inflazione sottostante per il 2018 (1,5%) e il 2019 (1,8%).

Inoltre, le divergenze economiche rimangono marcate tra i diversi Paesi della zona Euro. La situazione sul mercato del lavoro è piuttosto eterogenea. Le differenze tra le fasi del ciclo determinano anche il diverso andamento dei prestiti bancari alle imprese in Europa. Nonostante ci sia stata una leggera accelerazione in Germania (+3,6% in gennaio) e in Francia (+ 4,8%), la distribuzione del credito alle società non finanziarie va ancora a rilento nei Paesi del sud dell’Europa come l’Italia +1%, e la Spagna -0,8%

La BCE è prudente anche per via delle imminenti scadenze elettorali nella zona Euro e non può essere troppo precipitosa: gli spread sovrani si sono ampliati dall’inizio dell’anno in quasi tutti i Paesi. Riguardo a questo tema, Mario Draghi ha spiegato che è stato difficile valutare l’impatto economico di alcuni avvenimenti politici. Probabilmente la BCE deciderà di accelerare il ritmo solo dopo che si saranno tenuti alcuni degli appuntamenti elettorali.

L’idea di una riduzione graduale del livello di accomodamento monetario da parte della BCE spingerà al rialzo i tassi a lungo termine nel corso del 2017.

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