Il rialzo “da colomba” della Fed

A cura di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM

Il FOMC ha rialzato i tassi della Federal Reserve di un quarto di punto percentuale, portando la forchetta allo 0,75-1%, come largamente atteso dal mercato. Nove membri su dieci hanno votato per il rialzo, solo Neel Kashkari, della Fed di Minneapolis, ha votato contro. Le nuove proiezioni economiche sono variate di poco rispetto alle precedenti. Da notare la riduzione nel tasso naturale di disoccupazione alla sua lettura attuale, pari al 4,7%. Le dichiarazioni rilasciate erano chiaramente “dovish, con l’introduzione di un obiettivo di inflazione simmetrico da parte della Fed, che implica una certa libertà dell’inflazione di muoversi leggermente al rialzo nel breve termine rispetto al target del 2%.

Questa affermazione trova supporto nella dichiarazione dei membri del FOMC secondo cui ci sarà “un ritorno costante dell’inflazione al 2%”, da cui si desume che la Fed tollererà questa temporanea pressione al rialzo sull’indice dei prezzi al consumo. Nonostante una politica monetaria più restrittiva, le condizioni finanziarie sono state in realtà allentate. Pensiamo, infine, che le probabilità di un rialzo a giugno siano aumentate. Al momento il mercato sta prezzando la possibilità di questa nuova stretta al 50%. Per il 2017 nel suo complesso, ci aspettiamo che la Fed rialzi i tassi due volte nel secondo semestre, a giugno e a settembre. A questi seguiranno altri tre rialzi nel 2018 e nel 2019.

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