Elezioni in Europa, possibile sorpresa rialzista per i mercati finanziari?

Di François-Xavier Chauchat, capo economista di Dorval AM

Malgrado la conferma della continua ripresa economica mondiale, la fiducia degli investitori è ancora frenata dalle incertezze politiche. Negli Stati Uniti restano in sospeso importanti questioni, ma è in Europa che è in gioco la stabilità del sistema. Un’eventuale vittoria di Marine Le Pen il 7 maggio prossimo sfocerebbe in una crisi dell’eurozona, con forti ripercussioni sui mercati mondiali. Alcune istituzioni hanno già adottato misure preventive, come testimonia il calo dei tassi tedeschi a due anni, che a fine febbraio hanno toccato il minimo storico del –1%. Solo un assaggio di ciò che accadrebbe se la Francia eleggesse un presidente anti-euro. Oltre €17.000 miliardi di obbligazioni sono in euro, e l’euro è la seconda valuta di riserva del mondo.

Fortunatamente, le indicazioni recenti non delineano uno scenario politico a tinte fosche in Francia e in Europa. Il balzo della candidata del Front National in febbraio ha finito per attivare potenti anticorpi. Sono sempre di più gli eletti e gli elettori che sostengono Emmanuel Macron proprio perché sembra avere più chance di sconfiggere Marine Le Pen. Ma anche il controverso François Fillon vincerebbe al secondo turno. Il programma del Front National è criticato da ogni direzione. Gli elettori di sinistra vi vedono una minaccia per la democrazia e quelli di destra—gli anziani in particolare—bocciano un’agenda economica piuttosto di sinistra e chiaramente anti-europeista. Solo il 22% dei Francesi vuole tornare al franco.

Anche se è troppo presto per pronunciarsi, potrebbe prendere forma uno scenario politico estremamente favorevole. L’avanzata di Marine Le Pen è stata fermata e Martin Schultz, inoltre, sembra ormai in grado di sconfiggere Angela Merkel alle prossime elezioni tedesche. La vittoria di un socialdemocratico ultra-europeista sarebbe un avvenimento importante per un’eurozona che continua a risentire del divario di cultura macroeconomica fra la Germania e i suoi vicini di origine latina, divario che Martin Schultz potrebbe contribuire a ridurre. Restano da convincere gli elettori italiani, che saranno però influenzati dall’esito delle elezioni francesi e tedesche quando saranno a loro volta chiamati alle urne.

I prezzi di mercato chiaramente non riflettono questo scenario favorevole. Il PE azionario dell’eurozona è inferiore del 25% a quello del mercato americano, contro il 10% in periodi normali. Le borse europee presentano quindi un notevole potenziale di recupero postelettorale: è uno dei motivi per cui suggeriamo di sovrappesare l’Europa nei portafogli azionari, in particolare il settore finanziario. Tale esposizione può essere parzialmente coperta con una posizione venditrice di obbligazioni francesi. In caso di esito negativo delle elezioni francesi, i tassi locali subirebbero un brusco aumento, mentre in caso contrario non scenderebbero sensibilmente, data la persistente tendenza al rialzo dei tassi a livello mondiale. Abbiamo adottato questa strategia nei nostri fondi flessibili internazionali.

La sottovalutazione non è il solo argomento a favore delle azioni europee. La crescita economica si sta infatti diffondendo alla Francia e anche all’industria italiana. Abbiamo pertanto mantenuto una forte esposizione alle small e mid cap dell’eurozona, che reagiscono fortemente all’accelerazione congiunturale. Continuiamo inoltre a esporci al tema della costruzione, poiché le società del settore registrano una crescita degli utili a due cifre.

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