Volatilità in aumento in scia alle preoccupazioni per le elezioni europee

a cura di Invesco

Dopo gli shock dello scorso anno seguiti alla Brexit e alle elezioni presidenziali americane, gli investitori sono preoccupati del potenziale impatto sui mercati dei movimenti populisti che potrebbero salire al potere nel corso di un anno caratterizzato da alcune importanti elezioni politiche in Europa. John Greenwood, Chief Economist di Invesco, non vede ragioni per essere preoccupati da un punto di vista di mercato, ma si aspetta in generale un aumento della volatilità nel momento in cui gli elettori saranno chiamati alle urne in Francia, Germania e probabilmente in Italia. “A mio avviso, i mercati azionari hanno ancora tempo per crescere prima che della fine della ripresa dell’attuale ciclo economico, mentre i rendimenti obbligazionari hanno probabilmente già toccato i minimi e potrebbero aumentare nel corso dei prossimi anni, a prescindere dal clima politico” afferma Greenwood.

La crescente ansia sui trend politici in Francia e in Italia si è già manifestata nell’ampliamento dei differenziali tra gli spread dei titoli di stato francesi e italiani rispetto alle obbligazioni governative tedesche. Con l’avvicinarsi delle elezioni in entrambi i paesi, Greenwood si aspetta per gli spread una maggiore volatilità e un ulteriore allargamento. “Se i partiti populisti dovessero guadagnare voti in modo sostanziale nel corso delle elezioni, la pressione sui tassi rimarrebbe e la volatilità potrebbe diventare una caratteristica endemica dei mercati obbligazionari dell’area Euro fino a quando i problemi dell’esistenza di una singola moneta nella regione non saranno completamente risolti”.

John Greenwood, inoltre, si aspetta che i movimenti populisti più forti porteranno a un incremento della volatilità sui mercati azionari. In termini generali, le società con ampi livelli di vendita e fatturati al di fuori dell’area Euro dovrebbero essere più immuni ai rischi politici, ma a un certo punto potrebbero diventare vulnerabili alle minacce delle tariffe commerciali o alle sanzioni da parte degli Stati Uniti o di altre economie dove i politici populisti hanno influenza sulle politiche di governo. D’altra parte, ritiene che le piccole e medie imprese che operano principalmente nei rispettivi mercati domestici e i cui fatturati sono pertanto soggetti alle politiche locali – tra le altre cose – potrebbero diventare più volatili rispetto alle controparti a larga capitalizzazione.

Secondo il Chief Economist di Invesco, l’elezione di un movimento populista è più probabile in Italia dove le elezioni anticipato potrebbero essere indette entro giugno 2017. A parte la considerazione generale per cui l’adesione all’euro è stata un disastro per il paese, il posizionamento geografico dell’Italia quale punto di passaggio per la maggior parte dei flussi migratori verso l’Europa offre un terreno fertile alle politiche populiste anti-euro, anti-austerità e anti-immigrazione. Il partito Cinque Stelle, che era marginalmente avanti nei sondaggi di fine febbraio, è decisa a portare l’Italia fuori dall’Euro ma non fuori dall’Europa.

In Francia, Marine Le Pen, la leader the della destra e del Fronte Nazionale anti-europeo, potrebbe vincere il primo turno dei due previsti per le elezioni presidenziali, ma è improbabile che ottenga voti sufficienti a vincere nel secondo turno. Il favorito è Emmanuel Macron, che si presenta come indipendente, ma che ha credenziali di establishment solide ed è fortemente pro-EU, favorendo l’apertura delle frontiere e degli scambi commerciali globali.

Allo stesso tempo, in Germania, le piattaforme politiche dei due favoriti possibili cancellieri – l’attuale Cancelliera Angela Merkel e l’ex Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz – sono ampiamente intercambiabili. Sia il partito conservativo della Merkel, la CDU, che il partito socialista SPD di Schulz sono convinti sostenitori dell’Unione Europea e dell’euro e sono sostanzialmente concordi sulle questioni sociali. Un più tradizionale separazione tra destra e sinistra più essere colta nella politica economica e fiscale. Il risultato più probabile delle elezioni tedesche sarebbe la continuazione di una coalizione tra CDU/CSU e SPD. Tuttativa, come sottolinea Greenwood, qualunque coalizione dovrà confrontarsi con un incremento della popolarità del partito di estrema destra AfD e con la probabilità di vedere assegnati a questo partito i suoi primi seggi parlamentari.

Ad ogni modo, rispetto a tutte le proiezioni dei risultati elettorali per il 2017, il Chief Economist di Invesco è cauto “Come abbiamo imparato nel corso del 2016, la politica è piena di sorprese e la validità dei sondaggi può risultare discutibile”.

 

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