Azionario Europa sugli scudi ma l’euro resta debole

Di Marc Craquelin, Direttore della Gestione di Financière de l’Echiquier

I mercati azionari europei hanno chiuso il trimestre in grande spolvero sulla scia di un miglioramento del quadro congiunturale economico e di una revisione al rialzo degli utili. Hanno fatto addirittura meglio, per la prima volta in due anni, dei mercati americani in valuta locale e dividendi reinvestiti: +7,1% vs +6,1%. Rimane globalmente valido lo scenario di reflazione adottato dai mercati alla fine della scorsa estate anche se le anticipazioni relative all’inflazione hanno di recente segnato il passo. Nonostante gli indicatori tecnici siano sfavorevoli il mercato dimostra una rara capacità di assorbimento delle cattive notizie. E così, il voto negativo espresso dal Congresso sulla revisione dell’Obamacare è stato accolto come una buona notizia e permetterebbe all’Amministrazione americana di concentrarsi ormai sulla riforma fiscale.

La cronaca della ultime sedute è stata caratterizzata dalla netta rivalutazione del dollaro nei confronti dell’euro. Il dollaro ha tratto vantaggio dai discorsi più rialzisti di alcuni membri della Fed che hanno lasciato intendere che i rialzi nel 2017 potrebbero essere 4. Hanno altresì ipotizzato l’inizio della riduzione del bilancio della Fed e la natura probabilmente inflazionistica dei provvedimenti fiscali ideati dall’amministrazione Trump. L’euro, invece, è stato penalizzato da un dato relativo all’inflazione inferiore alle previsioni nell’Eurozona e da voci secondo cui il mercato avrebbe mal interpretato il discorso (all’epoca ritenuto leggermente “hawkish”) di M. Draghi. I verbali della Fed e della BCE pubblicati questa settimana ci consentiranno di saperne di più circa le intenzioni delle banche centrali.

Da sottolineare, tra l’altro, il rimbalzo del prezzo del greggio a seguito di dati sulle scorte americane nettamente inferiori alle previsioni. Allo stesso tempo la domanda implicita è in forte aumento a seguito del miglioramento della domanda mondiale.

Infine, è ufficialmente iniziata la Brexit con l’attivazione dell’Articolo 50 senza grandi ripercussioni sui mercati borsistici e sulla sterlina. E’ pur vero che i negoziati più impegnativi inizieranno probabilmente soltanto dopo le elezioni francesi e tedesche.

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