Politiche monetarie, anche l’India potrebbe diventare più falco

A cura di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud Am
La Reserve Bank of India ha mantenuto i tassi d’interesse invariati ad aprile, con un bias neutral, in funzione del rischio d’inflazione. Secondo la banca centrale l’inflazione più bassa rispetto a quanto previsto lo scorso trimestre è dovuta a effetti temporanei legati alla demonetizzazione, specialmente sui prezzi dei beni alimentari, e a fattori stagionali. Tuttavia, l’inflazione core, più legata alle dinamiche dei prezzi interni, è al di sopra del target della RBI del 4%, se guardiamo all’indice dei prezzi al consumo complessivo a medio termine e ciò, a nostro avviso, potrebbe dare il via ad una politica monetaria più restrittiva.
Va ricordato che gli articoli alimentari contano per il 50% dell’indice e non dipendono direttamente dalla politica monetaria. Notiamo anche che le aspettative d’inflazione per le famiglie sono aumentate, sia per quanto riguarda il dato atteso nei prossimi tre mesi sia per quello relativo al prossimo anno.
Anche un rialzo dei tassi più veloce negli Stati Uniti potrebbe forzare la banca centrale ad assumere un atteggiamento più restrittivo. Lo scorso fine settimana, abbiamo notato la view relativamente costruttiva degli Stati Uniti nel gestire le frizioni commerciali con la Cina.
Sembrano essere favorite delle misure che mirano ad aumentare l’export degli Stati Uniti – aprendo il settore dei servizi in Cina – invece che a diminuire le importazioni americane. La People’s Bank of China si è trattenuta dall’iniettare liquidità nel sistema finanziario attraverso pronti contro termine per undici giorni consecutivi, ma la liquidità rimane elevata.

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