Usa, il quadro macro prospettico è tutt’altro che roseo

A cura di Wings Partners Sim

In attesa di valutare i prossimi passi dell’amministrazione Trump (da rilevare come l’imposizione di dazi sulle importazioni di legname di quercia dal Canada abbia riacceso vecchi dissapori tra i due paesi) l’agenda economica va a farsi più interessante in chiusura di settimana, con gli ordinativi di beni durevoli domani e soprattutto la pubblicazione delle stime di PIL del primo trimestre venerdì, con attese che nell’ambito dell’1% di crescita non sembrano dare molto credito alle entusiastiche stime di ripresa enunciate a livello politico.

E di fatto alcuni punti sembrano indicare più che una evoluzione, una involuzione nel panorama economico americano, involuzione che sembrerebbe testimoniare come l’economia a Stelle e Strisce si avvii ad un 2017 decisamente meno tonico rispetto all’anno passato e che ricorda molto da vicino quanto occorso nel 2008.

  • Si stima nel 2017 una chiusura di negozi al dettaglio superiore alle 8.000 unità (nel 2008 ne chiusero 6.163).
  • Il numero dei dettaglianti in fallimento nel 2017 ha già superato quello registrato per l’intero 2016.
  • Nel 2017 oltre 4,5 milioni di metri quadri di spazio destinato alla vendita al dettaglio è stato chiuso negli States; a questo ritmo l’anno potrebbe chiudere con circa 13,6 milioni di metri quadri che eclisserebbero il precedente record stabilito nel 2001 pari a 10,6 milioni.
  • I ristoranti stanno sperimentando il peggior periodo congiunturale a far data dall’ultima recessione.
  • La produzione industriale a marzo ha registrato il calo più rapido da due anni a questa parte.
  • Non una singola persona è impiegata in un nucleo familiare su cinque (Bureau of Labor Statistics).
  • Gli introiti governativi hanno subito la loro maggior contrazione a far data dall’ultima recessione.
  • Praticamente tutte le case automobilistiche hanno riportato vendite deludenti a marzo; le scorte di auto presso i dealers sono schizzate ai massimi a far data…si esatto, dall’ultima recessione.
  • I prezzi dei veicoli usati sta collassando, mentre le perdite su prestiti auto subprime sono ai massimi da…indovinate?
  • Secondo la CNN sei americani su dieci non hanno abbastanza risparmi da coprire una spesa di emergenza da 500 dollari.
  • Secondo il FMI i debiti problematici delle aziende possono raggiungere i 4 trilioni di usd (circa il 25% dei corporate assets complessivi); la percentuale dei debiti definiti “deboli”, “vulnerabili” o “problematici” è giunto agli stessi livelli, eh si, sempre del 2008.

E il 29 aprile si rischia lo shutdown governativo; beh direi che la situazione è tutt’altro che serena sul fronte USA, a discapito di quanto gli indici azionari sembrerebbero dimostrare.

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