Coccole, non baci

Confido che il tema trattato non risulti mal interpretato dal lettore. Nessuna allusione quanto il riferimento all’esigenza del cliente di essere consigliato senza che sia lui stesso a reclamare interventi (le coccole) e il rischio (palesemente accertato in alcuni casi) di operazioni vincolanti e combinate, suggerite o imposte da banche ai clienti (le operazioni baciate). È agevole arguire che le coccole risultino gradite e connesse al ruolo dei cf di qualsiasi natura, mentre le operazioni baciate, inizialmente accettate anche se non ben comprese, siano oggi rifiutate quasi di default e comunque considerate incoerenti con il profilo di rischio della maggioranza dei clienti. Lo stesso legislatore suggerisce e favorisce le coccole e nega operatività al dettaglio alle operazioni baciate e in genere ai prodotti complessi e strutturati (regolati da Aifmd e Prips). La finanza è peraltro scienza che ricerca l’incrocio di eventi proprio per gestire il rischio implicito e inseguire opportunità di rendimento. Con le regole in corso di attuazione le coccole rischiano di essere comportamento consolatorio per compensare la rinuncia alle opportunità delle operazioni baciate, che contengono rischi potenzialmente non sopportabili. Questa lettura oggettiva si scontra peraltro con l’evidenza che l’operazione baciata sia ingannevole, vincente nel breve periodo ma con conseguenze relazionali che si riverberano nel tempo. Una distinzione di ruolo e di giudizio si rileva tra la rete commerciale e la struttura di gestione (distante, incompresa e valutata “colpevole”). All’interno della prima le strutture bancarie appaiono in prevalenza apportatrici di coccole di routine, mentre quelle degli operatori fuori sede vengono percepite come più sincere e determinano rapporti più consolidati. È quanto emerge dalla lettura dei dati statistici del decennio in corso. Le coccole risultano più gradite dei baci.

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