Performance e servizio

La volta precedente abbiamo visto come l’integrazione tra vita privata e vita lavorativa costituisca una costante alla base del successo di molti professionisti della consulenza finanziaria. Oggi vorrei soffermarmi su un altro tema ricorrente nella nostra professione: performance e servizio. Molti consulenti top hanno dimostrato di essere stati capaci di fare la differenza anche nel conseguimento di buone performance, considerando un orizzonte temporale medio/lungo, soprattutto in fasi di mercato particolarmente difficili. Pur consapevoli che il vero valore aggiunto che un professionista può apportare ai suoi clienti riguarda l’ottimizzazione del patrimonio complessivo, sia esso personale o aziendale, e la gestione competente di temi complessi quale ad esempio la pianificazione successoria e fiscale, è altrettanto innegabile che il risultato in termini di performance raggiunte ha un peso non trascurabile nella valutazione del cliente rispetto al suo professionista di fiducia.

Numerose sono le ricerche condotte per testare la “customer satisfaction” e sebbene i dati possano differire tra loro sulla base di alcune variabili le performance hanno un peso che oscilla intorno al 30% sul giudizio finale di soddisfazione o insoddisfazione nei confronti del proprio consulente finanziario.

Un dato su cui conta anche l’interazione e il flusso di informazioni che ognuno tiene con i propri clienti.

Questo però non significa dover o poter trascurare altre componenti fondamentali del nostro lavoro in termini di qualità del servizio offerto, disponibilità e flessibilità di orario e sviluppo di forti competenze senza le quali non è certo possibile ottenere risultati positivi nel lungo periodo.

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