L’etica viene prima di tutto

Il Chartered Institute for Securities & Investment (Cisi), organizzazione di circa 45mila pianificatori finanziari in 104 Paesi, ha realizzato il programma Integrity Matters, un laboratorio e test di integrità, che consente di verificare mediante una serie di dilemmi la capacità di decisioni etiche in ambito professionale. L’aspetto ancor più rilevante è che il Cisi pone il superamento del test quale prerequisito di accesso all’iter di formazione e certificazione, evidenziando così il primato della competenza etico-valoriale rispetto a quella cognitiva, funzionale e comportamentale. Ciò è stato accolto molto favorevolmente da Martin Wheatley, capo della Financial Conduct Authority (la Consob britannica, n.d.r.). La competenza etico-valoriale si riferisce alla capacità di comportarsi consapevolmente in coerenza con i principi della professione per gestire i conflitti di interesse con il cliente ed è ritenuta quella più difficile da acquisire ed esercitare, poiché le persone sono portate pregiudizialmente a ritenersi integre, con la conseguenza di autogiustificare, con motivazioni convincenti e assolutorie, le violazione dei principi etici. Tali razionalizzazioni fortunatamente si manifestano in modi prevedibili e sistematici e ciò consente di progettare e realizzare attività educative strutturate ed efficaci, quali quelle indicate dalla Prassi di Riferimento dell’Uni PdR 21: 2016 – Sviluppo della cultura dell’integrità dei professionisti, realizzata con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano e scaricabile liberamente dal sito Uni. L’insegnamento del Cisi dovrebbe essere considerato dai consulenti finanziari, dalle loro organizzazioni e associazioni che non sembrano mostrare generalmente un’adeguata attenzione e un concreto impegno per lo sviluppo di questa competenza prerequisita.

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