C’è sempre una prima volta

L’Italia è il Paese più bello del mondo, dove gran parte degli abitanti della Terra vorrebbe vivere. A questo proposito c’è il rischio che diventi un giorno, neanche tanto lontano, il pensionato di lusso dei ricchi stranieri, molti dei quali, anche per il regime fiscale (una una tantum di 100mila euro ai superpatrimoni di residenti esteri che scelgono l’Italia) hanno già optato per il nostro Paese, portandosi dietro anche ricche doti di investimenti. Stabilito che l’Italia è il Paese più desiderato per chi vive fuori, bisognerebbe che diventasse un posto più ospitale anche per chi ci vive di già. I problemi principali sono due: si pagano troppe tasse e l’offerta di lavoro è troppo scarsa.
Tutti i governi che si sono succeduti nell’ultimo decennio hanno avuto davanti questa doppia sfida e nessuno è riuscito a vincerla, né su un fronte, né sull’altro. Anzi la pressione fiscale è aumentata (soprattutto le tasse locali) e l’occupazione stabile (quella che conta davvero, non quella delle statistiche un tanto al chilo) non è cresciuta sensibilmente. Per di più gli ammortizzatori sociali sono stati ridotti. Però, come si dice, c’è sempre una prima volta. Al di là delle polemiche politiche, se nella prossima finanziaria la flat tax a trazione leghista e il reddito di cittadinanza in ottica europea (l’Italia è uno dei pochi Paesi a non avere uno strumento di sostegno simile finalizzato alla rioccupazione) andassero in porto, si tratterebbe della prima volta negli ultimi dieci o forse 20 anni che un governo vara provvedimenti concreti per il taglio delle tasse e per l’occupazione. In questo caso i mercati non piangeranno. Se l’Italia riparte è una boccata d’aria fresca per tutti.

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