Gestito dove vai?

L’analisi statistica dei flussi del risparmio delle famiglie evidenzia un’inversione della tendenza di lungo periodo, che illustrava il progressivo spostamento verso il risparmio gestito rispetto a quello amministrato. Molti fondi soffrono di risultati netti (il Tsc suggerito dalla Banca d’Italia) scarsi. Le soluzioni confortate dai migliori rendimenti ricomprendono scelte azionarie, spesso fuori dagli esiti della nuova mappatura della clientela. Esiste pertanto una possibile distanza tra l’offerta delle Sgr, spesso caratterizzata con soluzioni innovative e professionalmente qualificate (product governance) e il potenziale dei destinatari effettivi (target markets) più orientati verso aspetti di protezione e con costante avversione al rischio. Unica asset class che suscita interesse generalizzato (ancorché con volumi da consolidare) è il segmento degli investimenti Sri verso il quali si combinano fattori di moda e opportunità di rendimento, confortati dai comportamenti effettivi sui mercati dei beni e dei servizi coinvolti. Suggerirei due ulteriori considerazioni. La prima motiva il risparmio amministrato con la necessità di disporre di agevole liquidità e la funzione di parcheggio in attesa di scenari futuri, forse incerti, ma stimati differenti dagli attuali per tassi e corsi. Di questo non possiamo stimare la scadenza per un riscontro. La seconda riguarda invece la consapevolezza dei costi sostenuti per le diverse soluzioni rispetto ai ritorni dei rendimenti. Rispetto a ciò l’invio, temuto e atteso, dei rendiconti con la nuova impostazione granulare imposta da Mifid 2 è scadenza utile per verificarla. I ricavi e la redditività del settore tuttavia languono e non offrono ritorni attesi agli investimenti e ai costi sostenuti.

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