Investimenti azionari, le commissioni allo sportello pesano più delle tasse. Meglio operare online

COMMISSIONI TROPPO CARE – Oltre all’ultimo aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie – passate dal 20 al 26% – le commissioni delle banche continuano a pesare più delle tasse sugli investimenti finanziari dei piccoli risparmiatori. Lo riporta CorrierEconomia, citando le stime elaborate dall’Università Bocconi. I costi bancari incidono, infatti, per il 43% sui rendimenti delle azioni contro il 35% del fisco. Tradotto? Su 1.125 euro incassati dai titoli di Borsa in un anno, 487 euro finiscono alla banca, quasi la metà; e altri 393 euro se ne vanno in tasse.

LE BANCHE ECONOMICHE – Sempre secondo i dati riportati da CorrierEconomia, Intesa Sanpaolo è l’istituto più economico (con costi al 36,3% dei rendimenti, sette punti sotto la media), vincendo sia per gli investimenti azionari, sia per quelli sui Btp. UniCredit, invece batte tutti sui Bot (25%). Mps è la più costosa per gli investimenti sia su Btp, sia sui Bot.

INTERNET COSTA MENO – L’alternativa rimane Internet, dove la compravendita costa circa un quarto. “Abbiamo aumentato su alcuni strumenti i costi nel 2013, ad esempio sulle azioni italiane”. Spiegano a UniCredit. “Sono revisioni fatte periodicamente, anche se online la spesa è rimasta stabile al 2 per mille. Stiamo ragionando su servizi “all inclusive” su investimenti e su conti a pacchetto, con condizioni favorevoli anche per chi voglia operare su altri canali”.

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