Trump minaccia, la Cina risponde e le borse crollano

Lo yuan reagisce alle minacce di Trump

La pistola di Donald Trump spara a salve? Dopo la minaccia americana di imporre dazi del 10%, elevabili al 25%, sui rimanenti 300 miliardi di dollari di import dalla Cina a partire dal prossimo primo settembre in caso di mancato accordo commerciale, lo yuan cinese ha toccato il minimo degli ultimi 7 anni contro il dollaro senza che la banca centrale cinese intervenisse in alcun modo.

Pechino stoppa import prodotti agricoli Usa

Non solo: Pechino ha anche chiesto alle compagnie a controllo statale di bloccare per il momento l’importazione di granaglie dagli Usa. La situazione rischia dunque di complicarsi anziché risolversi e questo preoccupa gli investitori che non a caso hanno venduto asset asiatici rifugiandosi in “porti sicuri” come i T-bond americani, il cui rendimento torna a calare, o lo yen giapponese, in recupero contro le principali valute.

Borse asiatiche indietro tutta

Risultato: l’indice Msci Asia Pacific ha vissuto il suo peggior lunedì dallo scorso marzo, il Nikkei225 ha chiuso la seduta a -1,74%, mentre anche i listini azionari cinesi di Shenzhen (-1,66%) e Shanghai (-1,62%) sono tornati a perdere tereno, peraltro nettamente superati al ribasso dalla borsa di Hong Kong (-2,85%) e della Corea del Sud (-2,56%).

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