Contante: oltre i 10 mila euro mensili, operazioni segnalate

Operazioni in contante sono segnalate

La “crociata contro il contante” è ormai partita. Convinti, sembrerebbe, che l’origine di tutti i mali del paese sia legata all’eccessivo utilizzo di contante, le autorità italiane da settembre hanno attivato controlli su tutti i conti correnti per tenere d’occhio il fenomeno, che si presterebbe ad operazioni di riciclaggio e a “manovre comunque illecite”, ossia pagamenti in nero, come segnala l’ultima newsletter dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (Uif) della Banca d’Italia.

Limite di 10 mila euro al mese complessivi

Per chi non lo sapesse, dal primo settembre scorso le banche trasmettono all’unità della Banca d’Italia “Comunicazioni Oggettive” che riportano ogni operazione in contante di importo pari o superiore a 10.000 euro complessivi mensili, realizzate anche con singole transazioni pari o superiori a 1.000 euro.

Si versa in contanti più che prelevare

Le comunicazioni relative ai primi otto mesi rilevati (aprile-novembre 2019), precisa la newsletter dell’Uif, riguardano 33,5 milioni di operazioni (in media 4,2 milioni di operazioni mensili), di cui 2,6 riferite a prelievi e circa 30,9 a versamenti e coinvolgono oltre 3 milioni di soggetti. L’importo complessivo delle Comunicazioni Oggettive ricevute dalla Uif sfiora i 178 miliardi di euro (10 i prelievi, 168 i versamenti). Il valore mediano delle operazioni si attesta sui 2.000 euro per i prelievi e sui 3.180 euro per i versamenti.

Operazioni singole al 90% sotto i 10 mila euro

In quasi il 90% dei casi sono state segnalate singole operazioni sotto i 10.000 euro. L’86% dei prelievi e il 98% dei versamenti di contante hanno riguardato movimentazioni di conti. Nel caso dei prelievi fuori conto, poco più del 20% delle operazioni è associato ad assegni circolari, lo 0,3% a bonifici nazionali e il 6,1% a operazioni effettuate presso money transfer. Per quanto riguarda i versamenti fuori conto, i bonifici nazionali coprono il 10% delle operazioni (percentuale che sfiora il 16% se si considerano gli importi).

In Veneto e al Sud piace il contante

La distribuzione territoriale delle operazioni mostra un’Italia a “macchia di leopardo”. Se al Sud l’utilizzo del contante regna sovrano (specie in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), anche in Veneto l’uso del contante è massimo, mentre il minimo utilizzo si registra in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta, con valori medi in Trentino Alto Adige, Liguria, Toscana, Lazio e Basilicata.

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