Petrolio in calo, ma la benzina resta stabile
L’epidemia da coronavirus rallenta i consumi di prodotti petroliferi e abbatte l’inquinamento, in una percentuale talmente macroscopica da poter essere rilevata dai satelliti di osservazione terrestre dell’Esa e della Nasa, ma per gli automobilisti italiani poco o nulla cambia in termini di prezzi della benzina. Colpa di un fisco che è secondo solo a quello olandese e che vanifica la discesa del costo industriale.
A fine febbraio prezzi come un anno fa
Secondo i dati della più recente rilevazione dell’Unione Petrolifera, al 24 febbraio scorso la benzina senza piombo costava in Italia in media 1,546 euro al litro alla pompa (1,1 centesimi al litro in più di un anno fa). Il costo industriale era però pari solo a una frazione di tale prezzo ed esattamente a 0,538 euro.
Un euro al litro di imposte
La differenza, pari a 1,007 euro al litro, è interamente dovuta ad imposte di cui 72,84 centesimi di euro al litro riferite alle accise e 27,9 centesimi di euro al litro dovuta all’Iva. Rispetto alla media europea l’Italia vanta così un costo industriale minore (la media Ue-19 è di 55,1 centesimi di euro al litro) ma un carico fiscale superiore (la media Ue-19 è di 90,2 centesimi di euro al litro).
Scegliere la giusta stazione di servizio fa risparmiare
Il consiglio per gli automobilisti è di cercare di recuperare quanto più possibile di questo svantaggio scegliendo accuratamente a quale stazione di servizio rivolgersi per fare il pieno: grazie alla liberalizzazione della filiera dei carburanti, in Italia la differenza tra servito e self-service e tra una stazione e l’altra può arrivare anche al 30% del prezzo della benzina alla pompa.