Impariamo a conoscere il Mes, il fondo salva stati Ue

Sapete che cos’è il Mes?

Se ne parla continuamente, ma quanti di voi conoscono come funziona il Meccanismo europeo di stabilità (Mes)? Il Mes è nato nel 2012 in sostituzione del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf) creato nel 2010 per fornire assistenza finanziaria a Irlanda, Portogallo e Grecia (in seguito vennero aiutati anche Cipro e il sistema bancario della Spagna) attraverso l’emissione di bond e altri strumenti di debito sul mercato dei capitali. Rispetto al Efsf, il Mes prevede in via ordinaria che i finanziamenti ai paesi in crisi siano concessi a condizione che al salvataggio partecipi il settore privato (“bailout”), generalmente tramite una ristrutturazione del debito pubblico col taglio dei crediti fino a un massimo del 50%.

Le differenze tra Mes ed Efsf

Sempre rispetto al Efsf, sostenuto da impegni complessivi dei paesi membri della Ue per 780 miliardi (oltre ad una capacità di prestito di 440 miliardi, a 60 miliardi di contributi in prestito dal Mes stesso e a 250 miliardi massimi messi a disposizione dal Fondo monetario internazionale), il Mes ha un capitale sociale sottoscritto di 700 miliardi di euro di cui però solo 80,5 miliardi versati finora. L’Italia ha sottoscritto 125,4 miliardi di capitale del Mes, avendo già versato 14,33 miliardi, superata solo dalla Germania (190 miliardi sottoscritti, 21,7 miliardi versati) e dalla Francia (142,7 miliardi sottoscritti, 16,31 miliardi versati).

Corte Costituzionale tedesca ha fissato limiti

La capacità di finanziamento del Mes è superiore a 650 miliardi di euro contando anche i 250-300 miliardi di fondi residui ereditate dal Efsf. Il Mes emette prestiti (non finanziamenti a fondo perduto) a tassi fissi o variabili, “condizionati” ossia concessi purché lo stato richiedente ottemperi a determinate condizioni. La Corte Costituzionale tedesca ha inoltre fissato un limite al contributo tedesco al salvataggio dei paesi insolventi. Rinviata dall’emergenza la riforma relativa al funzionamento “ordinario” del Mes.

Coronavirus rinvia riforma, sì a compromesso sanitario

Tale riforma prevede come condizione per poter accedere ai fondi: che lo stato richiedente non sia in procedura d’infrazione, che il deficit/Pil sia inferiore al 3% da almeno 2 anni e che il debito/Pil sia inferiore al 60% o almeno sia calato di almeno il 5% negli ultimi 2 anni antecedenti la richiesta. Il Consiglio Ue del 23 aprile scorso ha invece approvato un compromesso raggiunto in sede di Eurogruppo in base al quale se uno stato avrà necessità di aiuti per riuscire a finanziare le spese sanitarie legate all’emergenza coronavirus, potrà accedere al Mes senza alcuna condizione. Spetterà ad ogni singolo paese decidere se e quando avanzare la richiesta d’aiuto, attivando così il Mes, in completa autonomia.

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