Sussidi al reddito: disagi e contrattempi anche negli Usa

Sussidi al reddito, problema mondiale

Il problema di riuscire a integrare un reddito venuto improvvisamente a mancare in tutto o in parte a causa dei provvedimenti di chiusura adottati con l’avanzare della pandemia di coronavirus è comune non solo agli italiani ma anche ai cittadini di molte altre nazioni. A peggiorare la situazione sono spesso la burocrazia o l’arretratezza dei sistemi usati dalla pubblica amministrazione.

Anche negli Usa problemi a ottenere integrazioni

Se in Italia ci si lamenta per i disagi dovuti all’Inps in tema di distribuzione dei bonus da 660 euro ad autonomi e partite Iva, negli Usa, dove si contano ormai oltre 988 mila contagiati e oltre 560.250 morti, milioni di lavoratori senza lavoro non sarebbero ancora stati in grado di registrarsi per ottenere i sussidi di disoccupazione noti come “jobless claims”, nel frattempo schizzati comunque ai massimi di tutti i tempi.

Oltre 26,5 milioni di sussidi di disoccupati

Le statistiche ufficiali parlano di un totale di 26,5 milioni di persone che cumulativamente hanno chiesto e ottenuto i “jobless claims”. Ma la situazione sarebbe ancora peggiore. Un sondaggio online appena realizzato dall’Economic Policy Institute ha scoperto che per ogni 10 rispondenti che hanno detto di essersi registrati per ottenere il sussidio, 3 o 4 hanno dichiarato di averci provato ma non esserci ancora riusciti, a causa di problemi di collegamento, siti e linee telefoniche sovraccarichi.

Tra 9 e 14 milioni di americani ancora senza sussidio

Il sondaggio di Epi (cui hanno partecipato oltre 24.600 rispondenti) consente di stimare che tra 8,9 e 13,9 milioni debbano ancora riuscire a ottenere i sussidi. Ipotesi che molti giudicano verosimile, anche perché alcuni stati come Georgia e New Jersey stanno ancora cercando di aggiornare sistemi computerizzati vecchi in alcuni casi di decenni, mentre altri hanno incontrato comunque problemi ad adottare tecnologie più aggiornate.

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