Invalidi al 100%, pensione mai sotto 516 euro
La Corte Costituzionale ha deciso il cosiddetto “incremento al milione” (di lire, ossia a 516,46 euro) già riconosciuto, per le pensioni, dall’articolo 38 della legge 448/2011, dovrà essere “assicurato agli invalidi civili totali, di cui parla l’articolo 12, primo comma, della legge 118 del 1971, senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età, attualmente previsto dalla legge”.
Il diritto è legato all’invalidità, non all’età
La decisione svincola dunque il diritto alla pensione al raggiungimento di una determinata soglia d’età e dà ragione al torinese Vincenzo Bozza, che nel 2015 aveva chiesto all’Inps di integrare la pensione d’invalidità della figlia (285,66 euro), di cui è tutore, appunto a 516,46 euro mensili. La domanda era stata rigettata sulla base della normativa vigente, ma attraverso un’associazione, Utim, è stata portata davanti alla Corte Costituzionale (peraltro dopo una prima sentenza negativa all’istanza di incostituzionalità da parte del giudice del lavoro di Torino).
Corte Costituzionale: garantire rispetto Costituzione
La sentenza della Corte non avrà effetto retroattivo, ma sarà applicata a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza stessa in Gazzetta Ufficiale, fermo restando la possibilità per il legislatore di rimodulare la disciplina sulle misure assistenziali “purché idonee a garantire agli invalidi civili totali l’effettività dei diritti loro riconosciuti dalla Costituzione” con l’articolo 38 che prevede che “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”.
All’orizzonte una possibile nuova battaglia
La sentenza rischia tuttavia di aprire una falla nei conti dell’Inps ma Bozza in un’intervista già prefigura una nuova battaglia. Chi ha disabilità intellettiva oltre il 79% ha infatti diritto all’erogazione di un assegno d’importo pari all’invalidità civile, ma chi ha meno del 79% non prende niente del tutto. Un’altra disuguaglianza sociale di fronte alla legge da correggere al più presto, conti permettendo.