Detrazioni interessi mutui, ecco quanto risparmi

In fase di dichiarazione dei redditi, le detrazione giocano un ruolo chiave per poter pagare meno tasse possibili. Tra queste, hanno un peso preponderante quelle sugli interessi per i mutui ipotecari, relativi all’acquisto di una prima casa.

LE DETRAZIONI – Secondo quanto riporta InvestireOggi.it, il Fisco consente di detrarre il 19% di un importo massimo di 4.000 euro, per cui il risparmio ottenibile nell’anno è fino a 760 euro. Dobbiamo operare una differenza tra i mutui contratti prima del 1993, purché l’immobile sia stato adibito ad abitazione principale entro l’8 dicembre del 1993. In questi casi, il contribuente ha diritto a una detrazione del 19% su un monte-interessi massimo di 4.000 euro. Ciò spetta a ciascun titolare del mutuo. Tuttavia, se nel corso del 2015 l’immobile non è stato adibito più ad abitazione principale per motivi diversi dal lavoro, la detrazione per ciascun titolare del mutuo spetta al 19% su 2.065,83 euro.

DOPO IL 1993 – Per i mutui contratti successivamente al 1993, la detrazione al 19% spetta sempre su 4.000 euro al massimo ogni anno, ma non per ciascun titolare del mutuo, bensì complessivamente. Quindi, se il mutuo è stato contratto al 50% da entrambi i coniugi, il marito potrà detrarre il 19% fino a 2.000 euro e altrettanto potrà fare la moglie. Capita, poi, che il finanziamento ottenuto sia di importo superiore al costo di acquisto dell’immobile. In questi casi, la detrazione spetta su una somma pari a: costo di acquisto dell’immobile x interessi pagati nel 2015 / capitale dato in mutuo.

MUTUO TRA CONIUGI – Infine, cosa succede quando c’è in corso una pratica di divorzio tra coniugi, entrambi intestatari del mutuo? Fino alla sentenza del divorzio, entrambi conservano il diritto alla detrazione. Successivamente, il coniuge che ha lasciato l’abitazione può continuare a detrarre gli interessi passivi solo nel caso che siano rimasti nell’immobile i figli o altri familiari (non l’ex coniuge, che non è più familiare).

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