5 “trucchetti” per salvare il proprio conto corrente dal pignoramento

Dal 1° luglio di quest’anno pignorare il conto corrente, in caso di debiti fiscali e cartelle esattoriali, diventa più facile e veloce. La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (che ha preso il posto di Equitalia) avrà la facoltà di accedere a diverse banche dati, procedendo al pignoramento dei conti correnti. Una cosa abbastanza spiacevole tanto che il sito La Legge per Tutti ha deciso di tracciare uno spaccato, a titolo informativo, dei “trucchetti” (formalmente leciti) usati spesso dagli italiani per poter sfuggire alle grinfie di Equitalia o di qualche banca. Eccoli:

1. Chiedi l’apertura di credito e lascia il conto in rosso ma nei limiti del fido
Un conto in cui non c’è niente non può essere pignorato (questo è ovvio). Ma non può neanche essere utilizzato dal titolare. C’è però una via di mezzo che consente di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Con il contratto di apertura di credito (cosiddetto “fido”), il correntista ottiene dalla banca la possibilità di prelevare dal proprio conto, non solo le somme che vi ha depositato, ma anche una somma ulteriore che gli viene prestata di volta in volta dall’istituto di credito. In tal modo, il saldo resta formalmente “negativo”, ma è un debito autorizzato in anticipo dalla banca. L’importante è non sforare il limite concordato in contratto.

2. Preleva tutti i giorni dal conto
Nulla vieta di prelevare i soldi dal conto corrente – per esempio, quelli che vengono versati mensilmente dal datore di lavoro per lo stipendio o dall’Inps per la pensione – e poi depositarli in un altro conto, intestato questa volta a un familiare. In tal modo, il primo conto sarà sempre a saldo “0” e il pignoramento non troverà consistenze da pignorare. Dall’altro lato, il secondo conto non potrà mai essere pignorato perché formalmente intestato a un altro soggetto.

3. Cointesta il conto corrente con un familiare
Il conto corrente cointestato non può essere pignorato per intero, ma nei limiti del 50%. E questo è il primo indiscutibile vantaggio. Inoltre, nel caso di conto cointestato, Equitalia non può attivarsi con la procedura “speciale” che le consente di bloccare il 100% conto senza passare dal tribunale e, quindi, senza l’udienza di assegnazione delle somme. Infatti, il conto bancario o postale cointestato rientra tra i cosiddetti “beni comuni indivisi” la cui espropriazione può avvenire solo davanti a un giudice il quale è tenuto a controllare la regolarità delle operazioni di divisione.

4. Apri un conto di riserva ma con un’altra banca
C’è ancora una via di salvezza. Avere un secondo conto consente, qualora intervenga un pignoramento su quello principale, di far affluire tutti i successivi pagamenti in quest’ultimo deposito, lasciando di fatto all’asciutto quello che è stato bloccato (meglio se, nel frattempo, è usata la precauzione numero 2). È importante che il conto di emergenza sia instaurato con una seconda banca: infatti il pignoramento del conto viene notificato alla banca come soggetto unitario, invitandola a bloccare le somme presenti sul conto, qualsiasi esso sia, quindi ogni somma di denaro, crediti, corrispettivi, trattenute, conti correnti, depositi azionari ed obbligazioni, titoli di Stato e qualsivoglia altro bene fruttifero e non, intestato al debitore, fino alla concorrenza del credito pignorato.

5. Dimostra che sul conto depositi solo lo stipendio o la pensione
Il tema è delicato e presuppone una premessa che ormai è a tutti nota. Con l’obbligo, imposto dalla legge, di accreditare le pensioni superiori a mille euro in un conto corrente, il creditore può arrivare a pignorare ben oltre il limite di un quinto (imposto dal codice civile): e ciò perché, secondo la giurisprudenza, una volta che le somme sono depositate in banca, confondendosi con gli altri risparmi e ricavi, possono essere pignorate al 100%. Lo stesso discorso dicasi per gli stipendi, che ormai vanno pagati sempre con strumenti tracciabili e, quindi, di norma con accredito sul conto. Per evitare, allora, che il creditore – massimamente Equitalia, che sa bene dove depositiamo i soldi – blocchi tutto lo stipendio (perché depositato in conto) e non solo il quinto (come invece dovrebbe essere), si deve evitare di movimentare il conto corrente con versamenti diversi da quelli della pensione o dello stipendio. Stando infatti a una sentenza del tribunale di Savona, si può impedire che Equitalia – o qualsiasi altro creditore – pignori tutto il conto corrente del pensionato o del dipendente qualora questi riesca a dimostrare al giudice che, all’attivo del conto, vi confluiscono solo la pensione o lo stipendio. In tal caso, è possibile far applicare la regola generale in base alla quale la pensione o lo stipendio non possono essere pignorati fino al minimo vitale (525,89 euro) e, per la residua parte, solo nei limiti di un quinto.

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