Bce verso un altro taglio, cosa cambia per i risparmiatori

Il mercato, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, sta scontando un nuovo taglio dei tassi d’interesse da parte della Bce.

VERSO UN NUOVO TAGLIO – Un’accelerazione al ribasso dei tassi interbancari sta infatti spianando la strada a un nuovo taglio da parte della Banca centrale europea del tasso sui depositi – quello che la Bce dovrebbe pagare alle banche che vi parcheggiano la liquidità ma adesso accade il contrario visto che il tasso è negativo – che è stato portato a dicembre da -0,2% a -0,3 per cento. I mercati insomma iniziano a scontare come crescente l’ipotesi di un taglio a -0,4 per cento.

INDICE EURIBOR – In questa direzione sembrano muoversi anche gli indici Euribor, tassi interbancari che variano da una settimana a 12 mesi. Ieri per la prima volta nella storia anche l’Euribor a 9 mesi è sceso sotto zero mentre i tasso mensili e trimestrali continuano ad aggiornare i minimi di tutti i tempi. Venerdì mattina l’Euribor a un mese è stato fissato a -0,218% mentre quello a 3 mesi a -0,142 per cento.

COSA CAMBIA – Cosa significa quindi questa nuova possibile mossa della Bce per i risparmiatori? Secondo Il Sole 24 Ore si tratterebbe di un segnale che l’Eurozona è tutt’altro che fuori dalla crisi e tutt’altro che in grado di camminare senza gli aiuti delle politiche espansive della banca centrale. C’è poi una chiara ricaduta pratica per i risparmiatori. Un tasso dei depositi a -0,4% spingerà ancor più sottozero i rendimenti dei titoli di Stato a breve scadenza rendendolo terreno minato per i piccoli risparmiatori e rendendo sempre più complicato scegliere una soluzione agevole per gestire la propria liquidità se non affidandola a piani di medio-lungo periodo non sempre performanti e spesso molto costosi.

PER I MUTUI – La buona notizia riguarda chi sta rimborsando un mutuo a tasso variabile in cui la banca – come è normale e dovrebbe fare sempre – sottrae il tasso Euribor allo spread nel calcolo della rata mensile. Difatti le prossime rate costeranno ancora meno. Euribor così bassi rendono ancor più complicata la decisione se scegliere il tasso variabile o il tasso fisso (che pure viaggia molto basso ma di circa 1-1,5 punti percentuali più caro del variabile) in questa pazza era dei tassi glaciali.
 

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