Assegno nuove pensioni più basso di 3 mila euro

Se l’Italia non è un Paese per giovani, non lo è neanche per vecchi. Secondo quanto reso noto dall’Istat con il rapporto “trattamenti pensionistici e beneficiari”, l'assegno dei nuovi pensionati, quelli che hanno iniziato a riceverlo nel 2014, è più basso di circa tremila euro l'anno rispetto a chi è entrato a far parte della platea degli oltre sedici milioni di pensionati italiani negli anni scorsi.

SISTEMA PIU’ EQUO? – È l'effetto riforma Fornero, che ha modificato il sistema di calcolo dell'assegno eliminando il retributivo (che aveva come base il livello delle ultime buste paga) e facendo passare tutti al contributivo (pro-quota, ovvero per gli anni successivi alla nuova norma). Un sistema certamente più equo, perché si fonda sul principio che ognuno riceverà in base a quanto effettivamente versato, ma che penalizza chi ha visto tagliarsi lo stipendio per colpa della crisi. Di fatto chi è andato in pensione nel 2014 sta ricevendo in media un assegno che non raggiunge nemmeno i 14.000 euro l'anno (13.065 per la precisione), contro una media dei “vecchi” pensionati di 17.000.

SPESA TROPPO ALTA – Nonostante i nuovi assegni più bassi, la riduzione della platea e del numero dei trattamenti erogati(-0,5%), però, la spesa per le pensioni resta altissima e in aumento: nel 2014 si è incrementata dell'1,6% arrivando a oltre 277 miliardi di euro (era poco meno di 273 nel 2014). Si mangia ormai il 17,17% del Pil contro il 16,97% del 2013. E ad aumentare il peso non è la parte assistenziale (la cui incidenza sul Pil è scesa dall'1,8% all'1,7%), ma proprio la spesa per i trattamenti previdenziali passata dal 15,2 al 15,4% (nel 2014 – dopo 2 anni di blocco – è ritornata la rivalutazione). Il dato resta comunque diverso da quello fornito dall'Ocse l'altro giorno che indicava un'incidenza sul Pil del 15,7%.

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